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Il turno di notte lo fanno le stelle

Regia di Edoardo Ponti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il turno di notte lo fanno le stelle

di maghella
8 stelle

Un cortometraggio che avrebbe meritato di essere un lungometraggio, un film più complesso.

In soli 23 minuti sono condensate molte emozioni importanti, che segnano dentro.

 

Matteo e Sonia (Enrico Lo Verso e Nastassja Kinski) si fanno una promessa prima di intraprendere ognuno una operazione a cuore aperto. Matteo ha in dono il giovane cuore di una donna morta in un incidente stradale, Sonia subisce una delicata operazione ad una valvola cardiaca.

 

I due protagonisti si promettono di trovarsi dopo 6 mesi dall'intervento sulle dolomiti per scalare insieme una parete rocciosa.

 

Insieme (seguiti di nascosto da Mark -Julian Sands- il preoccupatissimo marito di Sonia) mantengono la loro promessa, arrivano in cima alla parete e finalmente possono “scalare” il resto della loro vita, consci di aver ricevuto in dono una nuova possibilità.

 

Tratto dal racconto di Erri De Luca (presente nel cast nella parte del custode del rifugio di montagna e amico di Matteo), il piccolo ma prezioso cortometraggio di Edoardo Ponti è una riflessione sul significato di “dono”, sul senso di un legame profondo che questo può provocare tra chi lo riceve e chi lo da, in questo caso senza poter aver nulla in cambio.

 

Il momento della promessa non si vede nel film, che comincia quando i due protagonisti escono dall'ospedale. Matteo dice: “benvenuta all'aria aperta”, consapevole che da quel momento in poi conviverà per sempre con una parte di cuore e di anima della sua giovane donatrice. Non sarà più solo, sposato con una donna invisibile ma che gli ha ridato la vita e la possibilità ancora di “scalare le montagne”.

 

Sonia esce dall'ospedale al braccio di suo marito. Vive questi 6 mesi di attesa e di convalescenza come in un limbo, senza più fare all'amore con suo marito, in attesa di capire se ancora sarà capace di “scalare le montagne e quindi la vita”.

 

Sonia e Matteo hanno condiviso un momento fondamentale della loro esistenza: la fine di un percorso di malattia e l'inizio di un nuovo percorso di vita, la scalata della parete è il simbolo di questo legame e della forza che questo procura loro. Un legame e una forza dei quali il marito di Sonia è geloso, impaurito segue i due anomali scalatori per un sentiero alternativo, sentendosi escluso dal loro rapporto non gli rimane che osservarli e aspettare.

 

Quello che ad altri può apparire incomprensibile, per Sonia e Matteo è la logica conclusione di una convalescenza lunga e difficile. Mettersi alla prova con la consapevolezza che un'altra possibilità non verrà loro donata, sapere che dopo saranno liberi di affrontare la pienezza della vita più forti ma deboli come tutti, come prima.

 

La montagna è il luogo simbolico dove Matteo e Sonia ritrovano la forza e il coraggio di affrontare il loro cammino. La promessa che si erano fatti prima di intraprendere le operazioni ha dato loro il coraggio necessario per affrontare quello che può sembrare molto più difficile di una scalata di montagna.

Il personaggio di Matteo è quello che appare più forte, si sente una persona migliore perché ha una parte di donna dentro di sé, della quale si è innamorato, con la quale parla, si confida le mostra tutto quello che lei ha reso possibile con il suo dono. Una volta rimasto solo, sulla cima della montagna, aspetterà che lei gli arrivi in sogno... mentre le stelle fanno il loro turno di notte.

 

Sonia invece torna a casa per il sentiero più facile, con il marito che intanto gli ha raggiunti e che ha capito quanto tutto questo fosse stato necessario per far sì che il loro cammino potesse continuare in maniera differente. “Ti sarò sempre debitore” dirà il marito di Sonia a Matteo... ancora il significato di dono, donare qualcosa di incomprensibile e prezioso, senza aspettarsi nulla in cambio, un nuovo senso alla vita.

 

Sarebbe stato un bellissimo lungometraggio.

Girato benissimo, con il dovuto rispetto per la montagna, che non è stata utilizzata come tipica cartolina e set cinematografico, ma come un vero e proprio personaggio della storia, con un suo senso ben definito. La montagna è luogo di per sé che cambia in continuazione, sulla stessa cima ci si può arrivare per un sentiero facile e alla portata di tutti o per una parete piena di ostacoli e mortale. In cima si trovano le risposte e si può scegliere che strada percorrere per il ritorno.

 

Sonia tornerà alla nuova vita di prima. Matteo ricomincerà una  vita con un amore nuovo nel cuore.

 

Gli attori e parte della troupe cinematografica hanno realmente affrontato la scalata alla parete rocciosa, per alcuni di loro era la prima esperienza di questo genere, ciò ha contribuito non poco (credo) a rendere questo film tanto emozionante.

 

Note personali.

Il cast di questo cortometraggio (oltre alla presenza dello scrittore Erri De Luca) è composto da tre attori che hanno fatto grande il bel cinema degli anni '80/'90: Nastassja Kinski, Enrico Lo Verso e Julian Sands. Mi è piaciuto molto vederli recitare tutti e tre insieme, anche se in un cortometraggio, mi è sembrato di ritrovare “vecchi” compagni di ventura. La Kinski che recita in italiano è tutta da vedere.

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