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Il prigioniero della miniera

Regia di Henry Hathaway vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il prigioniero della miniera

di ethan
8 stelle

In Messico un uomo di nome Fuller (Hugh Marlowe) rimane bloccato all'interno di una miniera d'oro e la moglie Leah (Susan Hayward) va nella città più vicina  a cercare degli uomini che le diano una mano, dietro una ricompensa: le si aggregano quattro individui molto diversi tra di loro, il cowboy Hooker (Gary Cooper), il giocatore d'azzardo Fiske (Richard Widmark), il bounty killer Daly (Cameron Mitchell) e il messicano Vicente (Victor Manuel Mendoza) che dovranno far fronte all'accaduto ma soprattutto alla grave minaccia rappresentata dagli Apaches, che vedono nella presenza dei bianchi una grave violazione del loro territorio.

'Il prigioniero della miniera' - ma l'originale 'Garden of Evil', ossia Il giardino del male, suona molto meglio - è un western psicologico, con qualche inserto mélo, piuttosto distante dai tipici film dell'epoca appartenenti al genere, tanto per intenderci quelli di John Ford ('Sentieri selvaggi' doveva ancora arrivare) e di conseguenza quindi più vicino negli umori ai lavori di Budd Boetticher, del quale ne anticipa la componente relativa alle dinamiche emozionali che si instaurano tra i personaggi, scombinati dalla presenza femminile, che, contrariamente ad altre opere, non è un mero soggetto che subisce passivamente gli snodi della storia ma anzi ne è il motore, nonché il forte scavo analitico degli stessi, con le loro differenti personalità ed il loro passato che viene, a poco a poco, a galla, cosa che avvicina invece il film per certi versi ai classici di Anthony Mann.

Henry Hathaway, autore molto sottovalutato, dirige l'articolato plot con grande sapienza narrativa ed uno straordinario uso dello splendido paesaggio naturale ed il resto lo fa il formidabile cast: Gary Cooper, come risoluto uomo di frontiera capace di affrontare (e risolvere) ogni problema che gli si para davanti, Richard Widmark, gambler all'apparenza superficiale e venale, però poi si vedrà dotato di un suo codice d'onore, Susan Hayward, donna combattiva e pronta a tutto, Cameron Mitchell, uomo spregiudicato (il più negativo del film), Victor Mendoza, messicano un po' sbruffone ma leale e coraggioso e Hugh Marlowe, persona avida e dai tanti lati oscuri.

Tre sequenze, tra le tante, da ricordare: uno sbrigativo Hooker che dà un pugno in faccia alla capricciosa Leah, facendola svenire e potendo così caricarla sul cavallo; Vicente, colpito dalle frecce dei nativi, invece che tentare la fuga, urla loro (in spagnolo) di farsi vedere ed affrontarlo uscendo allo scoperto, ma viene crivellato dalla precisione del tiro dei nemici invisibili ma letali ed ovviamente il finale, con Hooker e Fiske che guardano il sole al tramonto con il secondo morente e poi il campo lungo con il primo e la donna che se ne vanno.

Bello ma sottovalutato film, ricco di tensione ed atmosfera, accresciute dalla colonna sonora di Bernard Herrmann, ma assente, a mio modo di vedere, un po' inspiegabilmente dalle classifiche dei migliori del genere.

Voto: 8. 

 

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