Regia di Stephan Schesch vedi scheda film
Ha quasi mezzo secolo, l’Uomo della luna creato nel 1966 da Tomi Ungerer, ma non lo dimostra. Acchiappa una cometa e precipita su una Terra ottusa e insonne, dove illumina gli abitanti col suo candore reale e metaforico. I bimbi lo cercano invano nell’astro disabitato;?un despota distopico vuole prendere il suo posto e conquistare, dopo aver fatto suo il pianeta intero, anche il satellite. Trova un vero amico solo nello scienziato che, incaricato di costruire il razzo per il tiranno, si convertirà a più nobili intenti grazie al legame con l’omino lattiginoso. Che non ha battito cardiaco né organi interni, ma, come dice lui stesso non appena padroneggia la lingua, non è «un fenomeno» da studiare: prova meraviglia per le bellezze in technicolor del globo terracqueo e nostalgia acuta per la sua luna dove pure era solitario. Fiaba aliena, astratta e cupa, è il primo lungometraggio tratto dalle opere dello scrittore e illustratore Ungerer, autore di opere per bambini & bimbi cresciuti da un pezzo. Qui presta la voce narrante e i disegni originali, tramutati in quadri mobili suggestivi e inquietanti, dominati dai colori sgargianti e dalle emozioni stilizzate dell’Uomo della luna. Animazione tradizionale dallo spirito naïf e dal ritmo pacato, spezzato da inserti quasi psichedelici su ritmi rockeggianti (il momento migliore è il variopinto viaggio lungo il fiume con Moon River cantata da Louis Armstrong), lontana anni luce dai prodotti “per l’infanzia” cui siamo abituati dalle major: un film sbucato dalla luna.
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