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Masquerade

Regia di Chang-min Choo vedi scheda film

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La recensione su Masquerade

di port cros
5 stelle

Sontuoso period movie coreano, vanta meravigliose scenografie ma è purtroppo afflosciato da una sceneggiatura carente di inventiva e da una regia pulita ma troppo convenzionale, disperdendo le interessanti premesse sul tema del doppio nel facile sentimentalismo.

Byung-hun Lee

Masquerade (2012): Byung-hun Lee

Nella Corea del XVII secolo, il re Gwanghae , terrorizzato dai complotti orditi per assassinarlo, fa cercare un sosia per impersonarlo durante le pericolose notti a palazzo e lo trova in Ha-seon, un guitto che fa spettacolini nei bordelli con la sua imitazione, sfruttando un'impressionante somiglianza. Quando una misteriosa cospirazione riesce nell'intento di debilitare il sovrano, un astuto consigliere pensa di sfruttare l'occasione per fingere che nulla sia successo, mettendo l'attore sul trono in attesa che il vero Gwanghae si ristabilisca. Le cose non saranno semplici per lo sprovveduto Ha-seon, che si troverà a muoversi impacciato sotto l'occhio scrutatore di una corte che si rivela un vero proprio covo di vipere; tuttavia agli occhi di molti la sua umanità appare più nobile della superbia del vero monarca.

 

Seung-Ryong Ryu, Byung-hun Lee

Masquerade (2012): Seung-Ryong Ryu, Byung-hun Lee

 

 Sontuoso period movie in costume, il primo coreano del genere che mi capita di vedere, di certo debitore dei molti antecedenti cinesi degli ultimi anni, dalla sua può vantare sfavillanti scenografie, costumi meravigliosi ed una splendida e ricchissima ricostruzione della corte reale secentesca, che costituiscono elementi di indubbio fascino. Inoltre l'attore protagonista Lee Byung-hun se la cava bene nella doppia caratterizzazione del sovrano e del buffone.

Purtroppo né la sceneggiatura carente di inventiva, né la regia pulita ma convenzionale sono all'altezza delle scenografie, riducendo il livello a quello di una fiction di lusso più che di grande cinema. Così, dopo l'interesse per lo spunto iniziale che ci ricorda Il Principe e il Povero di Mark Twain ed altre infinite variazioni sull'affascinante tema del doppio, il film fallisce nel portare a compimento le sue premesse, perdendosi nella ricerca di emozioni facili.

Han Hyo-joo

Masquerade (2012): Han Hyo-joo

Gli autori cercano e riescono solo in parte nel tentativo di vivificare il plot con l'ironia, soprattutto nel mostrare la costernazione dello spaesato sosia di fronte ai complessi ed a volte bislacchi rituali di corte, come l'imbarazzante cerimoniale del pubblico defecare del sovrano. Ovviamente questo con l'effetto di attualizzare troppo i personaggi, principalmente in questo caso Ha-seon , per renderli simpatici al pubblico odierno a costo di lampanti anacronismi, un difetto in cui le produzioni storiche di ogni latitudine indulgono con noncurante frequenza.

Se l'ironia almeno a tratti funziona, purtroppo, a causa di una regia appiattente il film manca totalmente di gravitas nei momenti cruciali anche tragici, che risultano banalizzati (vedasi come viene buttata via la scena in cui si scopre che il re è stato avvelenato e giace privo di sensi) o, peggio ancora, affogati nelle lacrime. Infatti uno dei principali limiti del film è un eccessivo ricorso al piagnisteo, che rende molte scene stucchevoli. Altro problema è l'eccesso di retorica, soprattutto quando il sosia si mette in testa di governare a modo suo, propugnando politiche sociali a favore del popolo e nazionaliste contro l'influenza cinese, che espone in discorsi farciti di enfasi.

Questi difetti fanno progressivamente afflosciare il film, di cui alla fine non rimane rimane impresso molto altro oltre allo splendore della ricostruzione scenografica.

 

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