Regia di Roberto Minervini vedi scheda film
Seguiamo un bambino giocare con un serpente, prendere del ghiaccio da una distributore automatico. E' caldo torrido. Sembra che viva solo a casa, fa andare la lavatrice da solo. Bussa a una roulotte dove c'è un gatto rinchiuso e osserva la preparazione di un rodeo. Ancora nessun dialogo. Torna a casa in bici e si prepara da mangiare. Ora è seduto sul letto e vediamo un corpo che sembra addormentato. E' la madre, il bambino prova a svegliarla e poi spegne la luce e va a dormire. Si risveglia. Saluta un uomo con un cane e vanno insieme alla ricerca di lattine vuote. Al mattino la madre si sveglia ma il bambino sembra sempre lasciato a sè stesso. Va a pescare. Un uomo parla alla madre di una probabile rapina e lei consiglia di non usare pistole. La donna lavora in un piccolo ospedale e il figlio bighellona nell'edificio mentre lei si occupa dei pazienti. Una sera gli amici di lei lo coinvolgono in una festa con marjuana annessa. Non passerà molto che il bambino decida di commettere un gesto estremo. La madre lo salva e insieme cercano di ricostruire il loro rapporto con una gita in spiaggia. Come si evince è un film dettato dal minimalismo quotidiano le psicologie vengono fuori più dalle espressioni, dai comportamenti che dai dialoghi. Non un film facile ma molto fluido come regia e nonostante richieda allo spettatore molta pazienza e non abbia un ritmo tipico dell'odierno cinema e forse è un pregio, vale una visione. Bravissimo il bambino, naturalissimo.
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