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La pistola sepolta

Regia di Russell Rouse vedi scheda film

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La recensione su La pistola sepolta

di giurista81
7 stelle

Western hollywoodiano dal serrato ritmo e strutturato sull'importanza dell'amore quale viatico per stare lontani dai guai. La trama è semplice e piuttosto convenzionale. Uno dei più veloci pistoleri del west cerca di costruirsi una vita “normale” al fianco della donna che ama, così da evitare di essere continuamente sfidato da narcisisti e altri spacconi. La donna infatti tenta di cambiarlo. Ecco che il pistolero, un po' come farà Rocky dopo l'incontro con Apollo Creed in Rocky II, prova a cambiare la sua natura e si trasforma in negoziante. L'indole del guerriero e la vanità, però, tornano a galla e lo portano a rimpiangere la vita da pistolero. La moglie fatica a moderarne il temperamento e alla fine cede. Fred Temple (l'ottimo Glen Ford) recupera la pistola che aveva detto di aver gettato in un guado e va a dire ai quattro venti quali siano le sue doti. Non creduto dai concittadini da un saggio della sua eccezionale bravura, centrando dollari d'argento gettati in aria da assistenti. La voce circola subito di bocca in bocca e determina l'insorgenza di guai. Tutti intendono misurarsi col “campione” proprio come avviene a un pugile che calza la cintura del più forte della categoria.

Il film di Russell Rouse è una parabola sulla competitività e sull'ossessione di dimostrare in pubblico chi sia il più bravo a discapito della tranquillità e delle opportunità che potrebbero aprirsi scegliendo una vita più accorta e meno esasperata. Giocato su due personaggi che si troveranno contrapposti e che si portano dietro dei tormenti non superati (dovendo dimostrare sempre a sé e agli altri chi sia il più performante), pur avendo degli aspetti comuni, La Pistola Sepolta è un western che strizza l'occhiolino ai pulp magazine degli anni trenta. Il soggetto rifiuta di focalizzare tematiche legate all'epopea western e propone una storia adrenalinica, di stampo fumettistico e completamente votata a un intrattenimento maschile giostrato sui duelli, le spacconate e le chiacchiere al saloon in cui si lodano imprese e gesta mortali all'ultimo colpo di colt. Un film che ispirerà diversi spaghetti western, essendo connaturato su quel DNA che sarà esaltato dai cineasti italiani. Film come Il Ritorno di Clint il Solitario (1972) di Alfonso Balcàzar gli sono molto simili, ma anche il western di Sam Raimi Pronti a Morire (1995) ne riprende i contenuti esasperandolo il soggetto al punto da tramutare i singoli duelli in veri e propri match di un torneo a eliminazione diretta in cui i pistoleri sono pronti a morire pur di dimostrare che sia più veloce e preciso del west. Nel film di Rouse, quale elemento tipicamente hollywoodiano, permane ancora la figura della donna che cerca di portare l'uomo sulla retta via, in vista di una famiglia allargata su cui costruire le fondamenta della società civile. Un aspetto, quest'ultimo, che sarà totalmente omesso dal cinema italiano a totale beneficio dello spettacolo e della smargiasseria dei protagonisti.

 

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