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La grande bellezza

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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La recensione su La grande bellezza

di Utente rimosso (cinerubik)
4 stelle

Passato ormai da mesi l'entusiasmo per il trionfo alla Notte degli Oscar 2014 e la proclamata "rinascita" del cinema italiano, decido di assaporarmi LA GRANDE BELLEZZA, quella che il protagonista, Jep Gambardella, dichiara di non aver mai trovato nella vita nonostante un'assidua ricerca della stessa, chiuso tra le "sbarre" di una Roma in "putrefazione" e truccata per i festini VIP, coi resti dell'Impero alle spalle. Jep (interpretato da un monumentale Toni Servillo), reso "sterile" professionalmente da uno stile di vita incline alla solitudine e alla pigrizia, non trova nulla in grado di esaltarlo e passeggia tra feste e viali deserti in cerca della bellezza che salverà il mondo. "La bellezza negli occhi di chi guarda" si sposa perfettamente con questa lunghissima, interminabile e straziante morale al ritmo di discodance e liriche. Tante, troppe filosofie che "flirtano" col nocciolo della questione senza metterlo a nudo completamente. Storie a metà immortalate in brevi clip come se ci si trovasse ad assistere ad una mostra fotografica. Questo film non è un film ma fotografia. Il Colosseo che si contrappone a un'iniezione di botulino e via dei Fori Imperiali "stuprata" da spot di liquori o altro. Il messaggio di Sorrentino è chiaro e lo era già dal prologo con la citazione di Céline: «Viaggiare è molto utile, fa lavorare l'immaginazione, il resto è solo delusioni e pene. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario: ecco la sua forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose: è tutto inventato». Sfortunatamente il messaggio si protrae per oltre due ore e viene "ricalcato" da ogni immagine o rumore. La Grande Bellezza poteva terminare già dopo 12 minuti e sarei uscito dal cinema con le stesse sensazioni. Un'insieme di tanti "ritratti" parziali che inglobano ciò che fa discutere di più attualmente: cocaina, botulino, soubrette, arrivismo, religione, sessismo per saltare dai selfie sui social network al maxilatitante che vive in un appartamento con vista sul Colosseo. Una carrellata di paesaggi e volti che trasmette quella tristezza nascosta dietro alle maschere dei personaggi e che i titoli di coda non interrompono del tutto. Amo l'originalità nel cinema e i film fuori dagli schemi hanno per me grande valore ma non ho apprezzato l'idea di questa "presentazione in powerpoint" dello sfacelo che lentamente sta corrodendo la società, soprattutto perché non accompagnata da una vera e propria storia. I momenti commoventi non commuovono e le sequenze divertenti non divertono. Se riguardandolo invertissero qualche scena probabilmente non lo noterei ma una cosa certa è che non lo riguarderò. Complimenti a Sorrentino per i numerosissimi premi ottenuti con la sua opera (osannata dai più) che io, umilmente, boccio proprio perché "la bellezza è negli occhi di chi guarda" ma non (almeno secondo me) in questo film.

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