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Controra

Regia di Rossella De Venuto vedi scheda film

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La recensione su Controra

di maghella
7 stelle

Leo (Pietro Ragusa) e Megan (Fiona Glascott) sono una giovane coppia sposata senza figli, che vivono da anni a Dublino. Leo deve tornare in Puglia, nel suo paese di origine, per via di una eredità. Suo zio Domenico (Salvatore Lazzaro), monsignore in aria di santità, è morto e Leo deve sistemare le questioni burrocratiche legate alla successione della casa natale. Megan decide di accompagnare il marito e conoscere così la sua famiglia.

locandina

Controra (2013): locandina

La casa di Leo è molto grande e bella, Megan rimane affascinata dalla luce e dal calore del paesino pugliese e convince Leo a non pernottare nell'albergo già prenotato, ma a sistemarsi nella casa del marito. Ad attenderli c'è il fratello di Leo, Padre Nicola (Federico Castelluccio) parroco del paese, e molti degli amici di infanzia che accolgono calorosamente, anche se con qualche diffidenza, la moglie del loro amico ritrovato.

Nicola e Leo non vanno d'accordo, e Leo non vede l'ora di poter sistemare tutte le pratiche del caso e lasciare la casa al fratello. Al contrario Megan inizia ad entrare in sintonia con la casa e con alcune misteriose presenze che appaiono in un momento preciso della giornata: a mezzogiorno durante la "controra".

La controra è proprio quel momento della giornata in cui il troppo caldo e la troppa luce impediscono alle persone di uscire di casa. E' l'ora in cui (secondo le credenze del posto) i morti entrano in contatto con i vivi, è l'ora in cui le anime dannate cercano e trovano la soluzione ai loro tormenti.

Ben presto il film si tinge di giallo più che di horror, si intuisce che i fantasmi che allertano Megan, cercano giustizia per alcuni fatti accaduti in passato in quella casa. Fatti legati alla famiglia di Leo e ad una maternità indesiderata.

Megan stessa rimane incinta, ma comprende presto che questo suo stato è legato a vicende passate e poco felici.

Tutto gira intorno alla figura poco chiara di don Domenico, lo zio monsignore defunto, e ai tremendi segreti che lui e la sua famiglia hanno dovuto custodire per anni.

 

Primo lungometraggio della regista Rossella De Venuto, che ha alle sue spalle una ottima esperienza come sceneggiatrice e aiuto regista.

La De Venuto dichiara di essersi ispirata per questo lavoro sia ai racconti che i suoi genitori le facevano da bambina durante le sue vacanza in Puglia sui fantasmi che popolavano le strade durante la controra -"Ricordo che mi veniva intimato di stare chiusa in casa il pomeriggio quando scendevo in Puglia, fino alle 5, la controra appunto, e per me era strano, io che ero nata in un’altra cultura, quella del nord Italia, anche se di origini pugliesi. Per le ragazze non stava bene uscire al pomeriggio ed era pericoloso. I fantasmi non sono pericolosi, non fanno del male, ma possono spaventarti, possono essere dispettosi” dice la stessa Rossella De Venuto-; sia al libro di Sergio Saviane del 1953 “I misteri di Allege”.

E' questo aspetto così intimo che mi ha conquistato del film, soprattutto nella prima parte. La regista riesce a costruire molto bene nel primo tempo l'atmosfera misteriosa e tipica di certi racconti folkloristici. La scelta di utilizzare una protagonista straniera, addirittura irlandese e quindi lontanissima anche geograficamente da certi usi e costumi, contribuisce non poco a creare un clima di stupore e meraviglia superiori. Megan rimane completamente travolta dalla controra, si perde per il paese e in qualche modo non riesce più a ritrovare il senno della ragione. Ragione che rimane imprigionata tra visioni del passato e fantasmi del presente.

Purtroppo nel secondo tempo questo aspetto più "gotico" si sfilaccia, per lasciare il posto ad una narrazione più classica, da giallo e non più da horror. La storia cerca di trovare risposte sensate, di dare un filo cronologico, di mettere tutti i tasselli a loro posto. Megan si trasforma in una sorta di dective e cerca di venire a capo di una matassa incancrenita dagli anni e dalle omertà del paese.

Personalmente avrei preferito che la storia anche nella seconda parte si fosse sviluppata maggiormente sull'aspetto misterioso e horror, più legato alla controra e alle sue leggende.

Un film che piacerà agli appassionati di un certo genere cinematografico, quello degli horror-gialli tipici degli anni '70-'80. Un film che per tematiche e stile ricorda non poco "La casa dalle finestre che ridono" di Pupi Avati. La regista De Venuto dichiara di essersi infatti ispirata a questo genere, ma anche a titoli stranieri quali "The ring" o "Rosmary's baby", ma comunque si nota già una sua personalità ben distinta e una volontà descrittiva precisa.

scena

Controra (2013): scena

 

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