Regia di Antonio Negret vedi scheda film
Azione frenetica mal sostenuta da una trama inesistente. Il film di Antonio Negret propone personaggi dalla psicologia di carta che compiono azioni altrettanto futili, se non addirittura illogiche(due ottimi esempi: nascondere armi e soldi nelle macchine di sconosciuti senza sapere chi siano o dove stiano andando; il personaggio di Caviezel che rompe il telefonino dopo che la moglie l'ha mollato in mezzo ad una strada deserta con paludi pericolose...). La tensione non sale mai sopra ad un livello semi-soporifero, e non aiuta che gli attori più capaci siano proprio quelli che intepretano i cattivi. Anche in termini di significato, Transit lascia a desiderare: l'esile scusa del padre che deve riguadagnarsi la fiducia della famiglia non è altro che un tentativo mal riuscito di giustificare i reali intenti del regista: sbatterci addosso un'ora e mezza di inseguimenti, sangue e violenza gratuita(per altro nemmeno tanto violenta), dove si sprecato le svolte irrazionali e le scene ridicole. Ne basti una per rendere chiaro il livello del film: la mogliettina perbene che afferra un mitra, tenendolo pure in modo sbagliato(guardare per credere: le sarebbe schizzato addosso rompendole qualcosa) e comincia a sparare stile Rambo, nemmeno fosse stata dieci anni nell'esercito.
Cast discontinuo: Jim Caviezel sembra trovarsi sotto l'effetto di un tranquillante per elefanti(ed in inglese farfuglia pure), mentre appena più convincenti sono Sterling Knight(il figlio maggiore) e Ryan Donowho. Sprecatissimo il povero Harold Perrineau, che dopo il successo di "Oz" non ha mai ricevuto la giusta attenzione: attore affascinante e molto bravo, ormai ridotto a ruoli come questo.
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