Regia di Ben Wheatley vedi scheda film
Bene assortiti sul versante tricologico e psicologico, Tina e Chris partono per una vacanza da fidanzatini a sfondo culturale e retrogusto liberatorio. La soffocante madre di lei scioglie le briglie di malavoglia, avvisandola dei pericoli che corre ad andare in giro con un uomo. Stavolta non ha tutti i torti: il futuro suocero, paffuto e quieto, se infastidito non esita a tirar fuori le unghie (pietre & bastoni all’occorrenza). Tina apprezza il peculiare istinto protettivo del partner, godendo a sua volta della drastica vendetta ai piccoli screzi. Mentre il caravan asseconda le curve della verde Britannia, la coppietta lascia una scia di morti grottesche e sanguinolente: coniugi abbienti, perfettini e irritanti, o passanti che chiedono con troppa veemenza di raccogliere i bisogni del cane. La lista si allunga, in un’escalation di violenza ferina che si sposa con effetto magistralmente straniante alla lampante medietà di questi natural born killers. Il velleitario inetto e la casalinga castrata sono personaggi mostruosamente adorabili, finanche immedesimabili: portatori malati di un retaggio sociale che gli interpreti (anche sceneggiatori) indossano con caustica disinvoltura. Sulle note dissonanti di The Power of Love Ben Wheatley fa il resto, dirigendo con sadico gusto un passo a due - lucido e demenziale - negli abissi dell’ordinaria follia necessaria (a una brutale emancipazione). Non sarà il capodopera dell’autore di Kill List, ma questa commedia nera è un brillante (e agghiacciante) saggio antropologico sulla frustrazione profonda di una nazione cortese.
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