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Oblivion

Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film

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La recensione su Oblivion

di NOODLES98
5 stelle

L'effetto deja vu non è mai una bella cosa, soprattutto mentre si guarda un film. Poi può darsi che il suddetto film possa spostarsi su "nuovi" territori e che ci faccia dimenticare quel senso di già visto che ci era perpetrato dentro. Ma quando anche dopo la mezz'ora, l'ora, l'ora e mezza continuiamo a vedere altri film dentro i fotogrammi che stanno passando velocissimi davanti a noi, capiamo che la pellicola che stiamo guardando non vale la nostra attenzione. Questo è il caso di Oblivion. Questi potrebbero essere le lamentele del "critico colto" e altezzoso, ma con Oblivion il discorso è differente. Un qualsiasi spettatore medio, dopo venti minuti seduto in sala non può non avere un senso di aver già visto tutto...in meglio. Film di fantascienza ad alto budget, il film di Kosinski (tratto da una sua graphic novel) è un Frankenstein del mondo cinematografico: il film non va avanti senza citazioni o omaggi ad altre, migliori, opere, arrivando ad uno spudorato ricalco di uno dei migliori film sci-fi degli ultimi anni. Il film in questione è Moon di Duncan Jones, ed è improbabile, se non impossibile che il nostro cervello non riprenda immediatamente il ricordo di quella pellicola emozionante ed intelligente, mentre vediamo Tom Cruise trovarsi davanti a se stesso, e anche il consumatore assiduo di cinepanettoni non può non avere almeno la sensazione che la macchina ribellatosi all'uomo costituita da un enorme occhio rosso non sia un'innovativa invenzione del regista, ma qualcosa di, appunto, già visto, deja vu, nel 1969. Kosinski non dirige neanche male il traffico di altri film che si muove a cento all'ora in mezzo al suo di film, ma ha la presunzione di propinarci ciò come cinema di fantascienza d'autore e di qualità, come quello del già citato Jones, o come quello di grandi autori come Spielberg o Scott. La verità è che non si avvicina lontanamente ai modelli che vuole omaggiare, e risulta soltanto un'emulazione senz'anima: il film si presenta come il sunto di tutta la fantascienza dell'ultimo mezzo secolo, sia cinematografica sia letteraria: c'è un po' di Blade Runner, le macchine tonde portatrici di morte uscite dritte dritte da Modello 2 di Philip K. Dick, 2001, fino al capolavoro contemporaneo di Michel Gondry Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Kosinski guarda ai maestri del cinema, cercando di distinguersi dalla pseudo-fantascienza di Michael Bay, senza accorgersi di essere più vicino al regista dei Trasformers e di condividerne la presunzione da "grande regista" (fra molte virgolette) che ai capolavori del genere, ai quali tenta di arrivare, ma il suo unico vero tentativo è la rinuncia al 3-D. Complice della non riuscita del film è, ça va sans dire, il protagonista Cruise, che non riesce a tenere testa neanche ad un personaggio fatto dei rimasugli di altri protagonisti, come quello di Morgan Freeman. L'unica che rimane sbiadatamente nella memoria è una bella Olga Kurylenko (vista nel divertente 7 Psicopatici). Le due ore e un quarto passano senza stancare o annoiare, soprattutto grazie alla fantastica fotografia di Claudio Miranda, e ai grandiosi effetti speciali che regalano momenti (come la piscina sospesa tra le nuvole) di inedita (al film) bellezza. La filosofia esistenzial-fantascientifica utilizzata persino in Inception di Christopher Nolan non colpisce nel segno, risultando anch'essa deludente emulazione di se stessa. Ci si lascia intrattenere, ma nulla rimane, perché nulla è degno di essere ricordato, il ricordo del film sbiadisce con la stessa velocità con la quale i fotogrammi vengono proiettati sullo schermo. Kosinski potrebbe avere un grande talenteo visivo, come aveva dimostrato nel pregevole Tron:Legacy (da guardare rigorosamente solo con la colonna sonora dei Daft Punk e senza seguire la storia), ma esso è fine a se stesso senza una storia un minimo importante, e finisce per diventare solamente un divertimento onanistico per il regista, come accaduto con 300 di Snyder (che ha dimostrato in realtà di saper fare qualcosa con Watchmen) o con il Baz Luhrmann di Australia. Come intrattenimento puro, Oblivion non è neanche un film orrendo (ce ne sono di molto peggio, guardare L'uomo Di Acciaio dello stesso Snyder), ma cade nello stesso oblio che gli dà il titolo. 

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