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Il cacciatore di donne

Regia di Scott Walker vedi scheda film

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La recensione su Il cacciatore di donne

di OGM
8 stelle

Robert Christian Hansen è un serial killer. Un personaggio reale, che oggi ha 74 anni e sta scontando una pena di oltre quattrocento anni di carcere, senza possibilità di accedere alla libertà condizionata. A suo carico ha un numero imprecisato di omicidi, compiuti negli anni settanta ed ottanta ai danni di giovani donne, uccise a colpi di fucile, dopo essere state sottoposte a violenza sessuale e a varie torture. Il soggetto si presterebbe ad un racconto macabro, pieno di orrore esplicito e di dettagli inquietanti. Ma questa non è la biografia di un assassino. Forse non è anche davvero un giallo, perché il colpevole è noto fin dall’inizio, e non ci sono prove per incastrarlo. La certezza del sergente Jack Halcombe – alter ego cinematografico del  detective Glenn Clothe – è circondata dal vuoto. La soluzione del caso sarà affidata esclusivamente alla sua tenacia ed alla sua capacità di convincere l’unica testimone – una ragazza sfuggita al mostro – ad aiutarlo nell’indagine. È difficile catturare un cacciatore, un uomo abituato a colpire senza preavviso, e  a cancellare le tracce del suo passaggio. I suoi percorsi sono attentamente studiati, gli indizi accuratamente nascosti. La sua sanguinosa seconda vita è occultata dietro il paravento di un hobby tipicamente maschile, e molto diffuso, in una terra come l’Alaska, ricca di boschi popolati di prede. Quell’attività passa facilmente inosservata. A coprire i delitti contribuisce anche il clima rigido, con i lunghi inverni durante i quali il suolo rimane gelato, chiudendo i suoi funesti segreti in una morsa di ghiaccio. Alcuni dei corpi non verranno mai recuperati, altri non potranno essere identificati. Jack combatte con la coscienza di una probabile mezza sconfitta. Tra lui e la verità si frappone una scorza dura, che è uno strato di materia fredda, quella che per mesi si stende su ogni cosa, e  soprattutto, avvolge metaforicamente le vite umane. Per tutti la situazione è grigia e pesante, come un giorno avaro di sole. Lo è per lui, che ha deciso di abbandonare un lavoro frustrante e trasferirsi altrove con la famiglia ed invece, a sole due settimane dalla partenza, si ritrova inchiodato ad una missione ingrata, piena di misteri che sembrano provenire dal nulla. Dall’altra parte c’è lei, Cindy Paulson, un’adolescente scappata dalla casa materna per finire sul marciapiede della grande città. Lui non ne ha più voglia, e lei ha ancora paura. Questo film racconta la travagliata nascita di una collaborazione che parte con le peggiori premesse, dentro un mondo che rema contro, e le cui due anime, borghese ed underground, sembrano curiosamente complici nell’ostacolare l’intesa tra i due protagonisti. Il poliziotto maturo e la prostituta bambina sono i personaggi di una favola in cui l’orco è invincibile, mentre gli eroi appaiono impotenti, oltre che oppressi dall’amarezza. Entrambi hanno alle spalle un passato doloroso, e sono costretti ad affacciarsi su un futuro incerto, nel quale il cambiamento è una prospettiva che forse non è così agevole ed allettante come sembra. Lui continua a brancolare nel buio, e ad avere le mani legate dalla burocrazia giudiziaria. Lei non cesserà di venire sfruttata, neanche abbandonando la strada per diventare ballerina di lap dance. Due caratteri forti, ma messi duramente alla prova,  dovranno inseguirsi e sfuggirsi prima di potersi finalmente incontrare. Il film di Scott Walker è un gioco a rimpiattino che si svolge nella cangiante penombra di una provincia che ama schermirsi ed isolarsi, spezzando apertamente i legami oppure tradendoli in segreto. La neve ottunde i sensi, affatica il passo, e intanto invita a cercare rifugio in strane intimità clandestine.

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