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Come pietra paziente

Regia di Atiq Rahimi vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Come pietra paziente

di claudio1959
8 stelle

Golshifteh Farahani La più brava attrice iraniana fa ancora centro con una interpretazione magnifica. Ormai una star di livello internazionale.

locandina italiana

Come pietra paziente (2012): locandina italiana

Golshifteh Farahani

Come pietra paziente (2012): Golshifteh Farahani

Golshifteh Farahani, Hamid Djavdan

Come pietra paziente (2012): Golshifteh Farahani, Hamid Djavdan

Come pietra paziente Afganistan/Francia 2012 la trama: In Afghanistan una giovane donna con due figlie piccole cura con dolcezza ed attaccamento il proprio marito, oramai ridotto ad un vegetale a causa di un proiettile che gli oltrepassato il collo dopo una rissa. La ragazza gli parla continuamente e gli racconta le immani sofferenze provate, le umiliazioni, i sogni infranti e le tribolate rinuncie fatte, con la speranza che lui essere ormai ridotto ad una larva umana, possa guarire con “La pietra della pazienza”, come da tradizione persiana. Dopo 10 anni di matrimonio lei finalmente può toccarlo delicatamente e baciarlo, ma tutto risulta inutile, perché ormai il marito è in coma irreversibile, non vive più, ma sopravvive. Alla ricerca di un aiuto economico la ragazza va in visita di una zia prostituta e qualche giorno dopo incontra un giovane soldato di cui si innamora teneramente. Inizia in questo modo una lotta contro l’ipocrisia strisciante della società che la circonda. La recensione: Come pietra paziente è un film diretto da Atiq Rahimi. Prodotto da The Film, Razor Film Produktion GmbH, Corniche Pictures, distribuito in Italia da PARTHÉNOS in collaborazione con Paolo Occhipinti. Sceneggiato da Jean-Claude Carrière e Atiq Rahimi. Fotografia di Thierry Arbogast. La sceneggiatura è stata scritta da Jean-Claude Carrière in collaborazione con il regista. Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo dello stesso regista, vincitore dell'edizione 2008 del premio letterario francese Goncourt. Golshifteh Farahani la protagonista è bravissima e molto bella e riesce a rendere alla perfezione il senso del desiderio insito in ogni donna e la voglia di emanciparsi in una società retriva e maschilista. Un paese l’Afghanistan dove le donne sono considerate degli oggetti di serie B, da consumare alla bisogna. In una situazione limite la donna ritroverà la voglia e la forza di ritrovare la propria sessualità smarrita ed una nuova sensualità purificante ed ambita. Golshifteh Farahani è un’attrice che stimo molto da tempo in evidenza, si è ritagliata un ruolo importante da star internazionale, grazie a molti film divinamente interpretati, quelli che ho visto: Due Angeli (Deux fereshté), regia di Mamad Haghighat (2003) - Nessuna verità (Body of Lies), regia di Ridley Scott (2008) About Elly (Darb?re-ye Elly), regia di Asghar Farhadi (2009) - Just Like a Woman, regia di Rachid Bouchareb (2012) - Pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar (Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales), regia di Joachim Rønning e Espen Sandberg (2017) - Un divano a Tunisi (Un divan à Tunis), regia di Manele Labidi (2019). Un film con uno stile definito infinitamente poetico ed emozionante, con immagini bellissime ed oserei dire incantevoli. Una storia raccontata con grazia e non risaputa, con una ambientazione teatrale, che non stona. Uno scenario crudele di guerra, dove una giovane donna coraggiosa riesce ad affrancarsi e farsi ascoltare, che squarcia potentemente il muro del silenzio e della reticenza. Un cinema da assaporare, come si gusta un frutto esotico dal sapore inebriante e sconosciuto al palato. Un film molto potente psicologicamente in un contesto spartano di morte, sopravvivenza e dolore, tutto filmato dalla mdp in modo delicato, tra amore, desiderio e voglia di vivere e non solo sopravvivere, tutto in un contesto amaro, ma realistico e pregno di stati d’animo in pena e con la forza della volontà di non mollare e di battersi, perché finché c’è vita c’è speranza. La bellezza e l’incanto del cinema è dolcemente rappresentato dai film che pur nella loro diversità hanno una somiglianza nelle situazioni già viste e vissute, perché tutto si ricicla e metabolizza, il punto di contatto che ho trovato in “Come pietra paziente” lo avevo già vissuto ne “Il paziente inglese” film del 1996 diretto da Anthony Minghella, con Ralph Fiennes: conte László Almásy Kristin Scott Thomas: Katharine Clifton Juliette Binoche: Hana Willem Dafoe: David Caravaggio. Un film che mi ha ricordato “Come pietra paziente”, non tanto come storia, quanto per il rapporto tra Golshifteh Farahani ed il marito ridotto a relitto umano. - Interpreti e personaggi Golshifteh Farahani: la donna Hamid Djavadan: il marito Massi Mrowat: il giovane miliziano Hassina Burgan: la zia Mohamed Al Maghraoui: il mullah

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