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Zero Dark Thirty

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Zero Dark Thirty

di EightAndHalf
8 stelle

Oltre che alla celebrazione di Jessica Chastain (di una bravura scandalosa), i critici potevano anche parlare della grande prova della Bigelow, che riesce a creare un personaggio romanzesco ma vero e memorabile, diversamente dalle macchiette di "The Hurt Locker". Perché in "Point Break - Punto di rottura" la messa in scena era normale, l'approccio ai personaggi no, c'era un rispetto nei confronti dell'antagonista anormale per un film hollywoodiano. In "Zero Dark Thirty" è addirittura la protagonista l'antagonista, e non solo perché è ossessionata dalla ferma volontà di catturare Bin Laden (il che la farebbe una semplice eroina), ma anche perché incarna tutti i valori più feroci e iracondi di un'America priva di freni inibitori, in cui si fa di tutto per raggiungere il proprio obbiettivo, in cui la giustizia ha un miglior sapore se associata a una vendetta. Non ha alcun tipo di interesse personale, la protagonista interpretata dalla Chastain, non ha pretese di vendetta privata, ma solo la volontà di fare un servizio al suo paese, a cui dedica anni e anni di soggiorno in luoghi assolutamente ostili e poco ospitali. Mentre le indagini vanno avanti, finiamo per comprendere la sua impazienza e nello stesso tempo cerchiamo di starne lontani. Lo spettatore vive in combutta con il mondo esterno della protagonista, e combatte i propri fantasmi interiori che cercano desideri, li inseguono, ricordano la propria insoddisfazione esistenziale. E quando alla fine (è verità storica) si arriva all'obbiettivo, si guarda pochi secondi il proprio trofeo (mentre chi non ci teneva davvero può esaltarsi allegramente per un bel po', come i soldati che la affiancano nelle ultime scene) e si prosegue freddi e distaccati. Il sabato del villaggio del contemporaneo, un vero gioiello di spaventosa attualità, che sa parlare sia alla sensibilità civile che psicologica.

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