Regia di Rodrigo Plá vedi scheda film
Dramma dell’indigenza, ormai situazione più diffusa di quanto non possa sospettarsi, (in Messico come in questo film, in America Latina, ma pure nel cosiddetto Mondo Occidentale) e assurdità della burocrazia più illogica e gretta che dispone per vie generali senza porsi a giudice di singole realtà non catalogabili con norme generiche, vista la sfaccettata casistica dei casi umani da affrontare. Qui Maria, sarta a cottimo con tre figli da mantenere, deve affrontare la incipiente incapacità autogestione dell’anziano padre, afflitto da una demenza senile che lo rende sempre più progressivamente inaffidabile ed incapace di autogestirsi.
Quando anche l’amministrazione sanitaria conferma alla donna che la propria situazione reddituale, per quanto precaria, sia comunque ad un livello superiore a quella soglia critica che le consenta un sostegno concreto da parte dei servizi sociali, alla donna non resterà a questo punto altro che escogitare uno stratagemma, forse crudele perché elaborato a scapito dell’inconsapevole vecchio invalido.
Ma necessario e non procrastinabile se Maria vuole mantenere l’occupazione che consenta a lei e ai tre bambini, se non di vivere almeno di sopravvivere, ed induca le autorità ad intervenire concretamente senza indugi. Ma anche quando il padre verrà indotto a perdersi come in precedenza fece spontaneamente in diverse altre sciagurate occasioni, ecco che a quel punto la macchina ingegnosa e cieca della burocrazia imporrà le sue gelide disumane regole dell’assurdo. Risultato? L’indugio, il ritardo del titolo, quello devastante e destabilizzante, inumano e sordo ad ogni richiamo dettato dalla pura ragionevolezza e senso umanitario da parte di una amministrazione farraginosa che farà ricadere tutto addosso alla povera affannata Maria; uno scoglio in più da superare nel suo già impossibile percorso per salvaguardare una dignitosa sopravvivenza ai suoi cari.
Più intimo e minimalista che nel precedente famoso “La zona”, Rodrigo Pla, forte della nomination all’Oscar comemiglior film straniero, prosegue il suo percorso civile improntato su vicende imperniate sulle incongruenze aberranti di una struttura sociale sempre più formata da caste chiuse verso l’alto, dove combattere e lottare per la salvaguardia dei propri diritti e di quelli dei propri cari diviene un percorso sempre più difficoltoso ed impossibile, ostacolato da dossi alti ed insormontabili da cui è praticamente impossibile uscirne fuori.
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