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Iron Sky

Regia di Timo Vuorensola vedi scheda film

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La recensione su Iron Sky

di OGM
8 stelle

Dopo i fascisti su Marte, i nazisti sulla Luna. È lì, infatti, sulla sua faccia nascosta, che questi si sono rifugiati, nel 1945, dopo la caduta del Terzo Reich. Il loro nuovo Führer (Udo Kier) che di nome fa Kortzfleisch ed ha appena compiuto sessantacinque anni, sogna di tornare sulla Terra, per riconquistarla (o meglio, liberarla dall’assoggettamento agli Stati Uniti delle Americhe) con una gigantesca astronave chiamata Crepuscolo degli dei. A sconvolgere i suoi piani interviene però Klaus Adler, suo braccio destro e responsabile delle trasmissioni radiofoniche, che aspira a soffiargli il comando. Il regista finlandese Timo Vuorensola, reduce, in qualità di attore, dalla serie parodistica Star Wreck, trae da una sceneggiatura della scrittrice Johanna Sinisalo un film di fantascienza politica, nel quale la storia degli ultimi decenni svela i suoi inattesi corsi e ricorsi. La propaganda nazista riaffiora dal passato per sovrapporsi ai proclami demagogici, oltre che falsamente pacifisti, di una presidente USA giunta alla scadenza del primo mandato, ed alla disperata ricerca di argomenti su cui far leva per essere riconfermata alla Casa Bianca. La sua campagna pubblicitaria Black to Moon, basata sull’idea di ripetere la missione Apollo con un astronauta di colore, fallisce l’obiettivo, ma  i redivivi seguaci di Hitler sapranno fornirle ottimi strumenti alternativi, in termini di propaganda bellicista e di guerra vera e propria. Per restare al potere, si sa, nulla è meglio di un pericoloso nemico da combattere. Il carisma si trasforma polemicamente in caricatura, in un film in cui tutto l’universo è paese, perché tutte le forze in campo vogliono la stessa cosa, e la vogliono tutta per sé: il comune oggetto del desiderio è la chiave del predominio incontrastato che, nel mondo attuale, coincide con la possibilità di controllare e sfruttare illimitatamente le fonti di energia. Impossessarsi di un particolare elemento chimico, l’immaginario Elio 3, equivale a garantirsi, nello scacchiere internazionale,  il primato assoluto, da qui all’eternità. Di quella materia prima è pieno il sottosuolo lunare: questa scoperta è l’origine di tutte le battaglie, dentro e fuori il nostro pianeta, perché di fronte alla prospettiva di diventare padroni di tutto, non ci sono alleanze che tengano. I grandi sogni di conquista sono deliri solitari e maniacali, spavaldamente refrattari al buon senso, e tanto ridicoli quanto spaventosi: è infatti inutile distinguere tra i folli esperimenti medici del dottor Richter, miranti ad albinizzare i neri, ed i progetti di satelliti militari ed armamenti nucleari, che sono diretti, nella stessa assurda maniera, contro la vita dell’umanità. Sono tutte manifestazioni di un unico, perverso affanno, e si prestano dunque a costituire la trama grottesca di una saga di dimensione stellare, ma profondamente radicata nei conflitti terreni.  Le uniformi sfidano le leggi del tempo, e gli eserciti hanno la forma di navicelle spaziali, eppure il gioco è sempre il solito, immutabile nelle regole, nelle premesse e nelle conclusioni. Tanto vale, allora, prenderla in scherzo, con quel tocco di satira d’antan alla Dottor Stranamore e di spettacolarità vintage alla Guerre Stellari, che sono la nobile spolveratura di ciò che odora d’antico,  per il semplice fatto che non cambia mai. Iron Sky è un tuffo nella tragicommedia dell’homo homini lupus: uno show inevitabilmente feroce e surreale, che diventa un dramma cosmico nel momento in cui i personaggi dispongono di mezzi tali da produrre danni di portata colossale.

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