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Jack and Diane

Regia di Bradley Rust Gray vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Jack and Diane

di alan smithee
6 stelle

TORINO GLBT 2013 - CONCORSO
L’emozione di un amore estivo che sboccia tra la sbarazzina biondissima Diane e il maschiaccio skater dai capelli corvini e corti Jack (ma a tutti gli effetti ragazza coetanea della prima) vive dei momenti intensi della passione totale e dell’abbandono sognante che si alternano ai dubbi e alle perplessità di un’età vissuta con ebbrezza e sfacciata innocenza: una tensione che procura piccole intense emorragie dalle narici ad ogni scoppio di emozione per la nostra bionda sciroccata protagonista. 
Film bizzarro ma curioso, intercalato da momenti di tensione horror e kitch che tolgono certe gradevolezze stucchevoli di torno e possono creare perplessità nei palati più tradizionalisti e poco avvezzi alle mutazioni volutamente grossolane di natura psico-fisica, ma che tuttavia conferiscono alla pellicola quel pizzico di follia giovanile e scatenata che aiuta a non prendersi troppo sul serio. Anche  quando come in questo caso i sogni di una mutazione improvvisa (che è semplicemente l’esasperazione di un cambiamento adolescenziale inevitabile e dettato dalla crescita) creano nella immaginazione giovanile delle due protagoniste dei mostri che sembrano concretizzarsi per davvero, nonostante la goffaggine che li caratterizza, creature utili a fagocitare l’oggetto del proprio desiderio, in modo da farlo proprio in modo totalizzante e definitivo, scongiurando l’abbandono ormai imminente. Juno Temple, oggetto irresistibile di un desiderio che diventa irrefrenabile, e’ ancora una volta una meravigliosa esplosione di capelli biondi che contornano piccoli occhi cerulei intelligenti e maliziosi: una lolita che vive soggiogata da una supposta seconda personalità di una sorella gemella che non riesce mai ad incontrare e che col suo musino incerto e dubbioso fa perdere letteralmente la testa alla più mascolina ma più classicamente bella e deliziosa Riley Keough.

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