Regia di Jonathan Levine vedi scheda film
Bella questa favoletta che, se vogliamo, come è già stato detto, è l’ennesima versione di Romeo e Giulietta. Non è un film horror, questo ha provocato molta delusione in chi, sentita la parola “zombie”, aveva automaticamente pensato all’horror. Macchè. E’ una favola piacevole e, strano a dirsi, parlando di zombie, originale. Qua gli zombie pensano come tutti gli umani (sono i pensieri dello zombie protagonista quelli che seguiremo), però bofonchiano e si muovono come zombie. Mangiano ancora volentieri i vivi, cervelli compresi, ma la loro fame non è insopprimibile come da tradizione. Poi, nel film, gli zombie si concedono molte licenze. Si muovono a volte male, a volte bene; uno degli zombie protagonisti, pure, al bar si vede bene che sospira (!)…pertanto, il classico mondo zombie va anche dimenticato. Gli umani sopravvissuti hanno eretto una barriera, e se la cavano come possono; pure tra gli zombie, c’è chi è evoluto in scheletro ossuto (e poco altro) e per questi sì, la fame è inestinguibile. Saranno una ragazza umana e un ragazzo zombie a cambiare tutta la situazione, e a verificare che lo status di zombie non è permanente come credevano. Il film è un po’ una copia di Twilight, quantomeno negli interpreti, che pure somigliano all’umana e al vampiro della saga. I due ragazzi se la cavano bene, va detto; c’è pure Malkovich, anche se è presente solo per evidenti bisogni alimentari o di pagamento rate del mutuo (è al minimo sindacale). Diffuso, inoltre, un bel senso ironico, in tutto il film, che ha qua e là pure qualche sprazzo di un minimo di poesia. Nel complesso, sono per un 7, premio l’idea e la discreta realizzazione. Tratto da un libro da cui si discosta in molti aspetti, ha avuto costi più bassi di quelli che diresti e buoni incassi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta