La recensione su ATM - Trappola mortale

di supadany

4 stelle

Film che ha molto poco da dire, ennesima (ri)proposizione del gruppetto di ragazzi per bene finiti in trappola, peraltro in questo caso la situazione appare (ancora) più improbabile del solito e si fa una fatica tremenda a stare al gioco (ed ovviamente in questi casi se non ci si riesce tutto appare ancora più vacuo di quanto già non sia di suo).

David (Brian Geraghty) riesce ad uscire con la bella Emily (Alice Eve) all’ultima possibilità che ha, ma il suo amico Corey (Josh Peck) si mette subito di mezzo.

Ma il peggio accadrà quando i tre finiranno intrappolati all’interno di una cabina bancomat fuori mano con uno psicopatico che nega loro ogni possibilità di fuga.

Un film che si racconta senza troppi patemi d’animo di sorta in due stringate righe e che non riesce a trovare sufficienti espedienti per mantenere una tensione credibile lungo il suo corso.

Già il preambolo non appare poi così spigliato, ma poi la maggioranza delle congetture che delimitano il campo da gioco appaiono più fasulle che altro così che la “trappola mortale” del sottotitolo italiano è soprattutto altamente improbabile; partiamo dai due maschi contro uno non proprio armato fino ai denti (almeno di facciata), passando per i vari personaggi che ci girano (malcapitatamente) intorno, arrivando al fatto che la strada principale è giusto a pochi metri, senza scordarsi che le telecamere oggi sono ovunque ed eventuali tagli sono fin troppo irrealistici, questo tralasciando vari aspetti che non possono proprio tornare nemmeno col massimo impegno.

Mettiamoci poi un finale a dir poco semplicistico (va bene che la polizia viene spesso e volentieri fatta passare per inetta e superficiale, ma a tutto c’è un limite …) ed una recitazione troppo sovraeccitata (per quanto Josh Peck e Alice Eve siano superiori a tanti altri attori che affollano questo tipo di film) e la frittata è completa.

Una pellicola dunque debole che ricalca schemi già visti tante volte nel recente passato finendo nelle (estreme) retrovie di un segmento cinematografico già criticabile di suo per svariati precedenti deludenti.

Bocciato senza particolari riserve.