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I sospiri del mio cuore

Regia di Yoshifumi Kondô vedi scheda film

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Scarlett Blu

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La recensione su I sospiri del mio cuore

di Scarlett Blu
8 stelle

Un altro delizioso film dello Studio Ghibly, sceneggiato dal grande Miyazaki, e la sua impronta è sempre riconoscibile, ma diretto da Yoshifumi Kondò, che per intenderci, era l'autore della bellissima e poetica serie televisiva di "Anna dai capelli rossi".

 

Come sempre l’animazione più classicheggiante è straordinaria, ricca di colori e dettagli, di immagini visive suggestive, e l’elemento fantastico è ridotto ai minimi termini, quasi soltanto un elemento di contorno, una piccola parentesi in tutto l’insieme del film, che pure trova la sua giusta collocazione, senza risultare pesante o eccessiva rispetto a tutto l’insieme.

La storia è semplice, ma per nulla banale; è qualcosa in cui realisticamente possiamo riconoscerci, perché ognuno di noi può aver vissuto le medesime esperienze di vita.

I sospiri del mio cuore è tratto da un manga giapponese di Hiragi Aoi; è la storia comune se vogliamo, di una ragazzina come tante, poco più che una bambina, Shizuku, che vive alla periferia di Tokyo con la sua famiglia, il padre, la madre e una sorella maggiore che si preoccupano per lei.

Il film narra la scelta del suo percorso di vita, seguendo l'impulso delle proprie attitudini e passioni, la lettura di libri e romanzi che recupera nella biblioteca dove lavora il padre, e la passione per la scrittura che si manifesta nella traduzione di testi musicali e culminerà nella stesura di un romanzo di fantasia che è una tappa di formazione personale, un muovere i primi passi verso il futuro, con la consapevolezza che il talento è una pietra grezza che si affina con costanza e impegno.

La traduzione originale del curioso titolo “tendere l’orecchio” significa proprio questo; ascoltare se stessi, le proprie inclinazioni, capire dove vogliamo andare e accogliere i nostri talenti, farli progredire.
Nel film assistiamo al delicato incontro/scontro tra Shizuku e un ragazzo, Seiji, alla nascita di una delicata, curiosa amicizia e ai primi turbamenti amorosi confidati alle amiche, alle fantasticherie legate a un nome misterioso scritto sulla scheda di un libro della biblioteca.
Accade così che un giorno, in maniera un po’ bizzarra, Shizuku si ritrovi nel negozio d' antiquariato del nonno di Seiji, luogo che sarà per lei fonte d’ispirazione, affascinata dalla storia legata alla misteriosa bambola a forma di gatto chiamata Il barone, un oggetto sentimentalmente importante per il nonno di Seiji, e qui entrano in gioco le suggestive, oniriche immagini legate all’elemento fantastico.

Sarà proprio grazie a Seiji, che coltiva il sogno di andare a Cremona per affinare l’arte di fabbricare armonici violini, che Shizuku prenderà coscienza di ciò che vuole diventare da grande, e sull’esempio dell’amico, deciderà di mettersi alla prova.

Un storia deliziosa per tornare un po’ fanciulli, con un finale pulito e disarmante, con quell’ingenuità tipica di quell’età in cui non si è più bambini, ma non si è ancora adulti segnati dalla vita.

A chi piace l’animazione, non potrà che apprezzare. Assolutamente godibile.

 

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