Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
VOTO 6,5 SEMPLICIOTTO
Se ce sarà da battaià Io ce sò!
Populista ma vitale. L'onorevole Angelina rimane un documento storico interessante che rimanda al presente di una nazione tormentata sempre dagli stessi demoni: corruzione, abusi edilizi, disastri ambientali, ingiustizie sociali e sfiducia nella politica. Dal punto di vista cinematografico invece il film barcolla nel buonismo dell'approccio e nello schema troppo prevedibile dei caratteri, che se pur nobilitati dal cast (pensiamo alla Magnani), non permette un'evoluzione al di fuori della storiella moralista a lieto fine. Tutti difetti ben comprensibili, contestualizzando l'opera nel periodo storico in cui è stata realizzata, denotando sì connotati neorealisti, nel piglio street e popolare, ma anche una mancanza di rigore adeguato per trasformare il lamento in dura denuncia sociale. Zampa dirige senza indugi questo racconto di rivincita, rimanendo in superfice dei temi trattati, puntando più all'affabulazione che all'approfondimento, lasciando che la retorica della borgata conquisti le platee popolari, quelle uscite più sconvolte dal secondo conflitto mondiale, cercando di far dimenticare una scrittura d'insieme decisamente sempliciotta (sceneggiatura che comunque vanta nomi prestigiosi, ma per la quale vale lo stesso incipit riservato al film).
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