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Le notti di Cabiria

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Le notti di Cabiria

di GIMON 82
10 stelle

Questo film premiato meritatamente con l'oscar nel 1957,rappresenta l'ultimo segmento del trittico "cattolico" di Fellini che comprende "La strada" ,"Il bidone" e questo film che segna chiaramente il congedo del regista riminese da  temi riguardanti un Italia rurale e clericale che nella sua candida ignoranza aspirava anche attraverso la preghiera  ad un eventuale miracolo o ad una vita migliore.Il proletario del suburbio romano era per Fellini un essere candido ed ingenuo che nonostante le avversita' e le disgrazie che la vita gli mette contro era sempre pronto a rialzarsi e ad avere fiducia in se stesso e in un futuro speranzoso.Fellini da grande uomo sensibile qual'era percepiva la religione in maniera ambivalente se da un lato era per lui un dogma insostituibile frutto di una severa e rigida educazione cattolica,dall'altro lato la viveva in maniera interrogativa e contradditoria frutto senz'altro del suo animo geniale e artistico la domanda che egli si poneva consisteva letteralmente in questo: nella vita bisognava affidarsi alle regole del proprio animo quindi agli istinti primordiali oppure affidarsi a qualcosa di indefinito e ascetico?......era un dubbio  presente anche nelle sue pellicole,anche se in questo film  trapela poco di questo quesito e domina di piu' il dogma di matrice cattolica,tali dubbi sulla fede avranno la loro apoteosi nel suo capolavoro 8 e mezzo.La protagonista di questo film è Cabiria un personaggio interpretato in precedenza dalla stessa Masina nel film d'esordio del marito "Lo sceicco bianco" anche se in quel film compariva per pochi minuti.Cabiria è lo pseudonimo di Maria Ceccarelli, una prostituta romana atipica, lontana dall'incarnazione tipica della donna romana che "Fa la vita" le prostitute felliniane sono sempre la rappresentazione della donna materna con forme abbondanti,simbolo della matrona per eccellenza che in questo film è impersonata splendidamente da Franca Marzi che è Wanda la compagna di sventure e  confidente di Cabiria,Cabiria è un personaggio a meta' tra Charlot e il candido di Voltaire,a differenza di Gelsomina di "La Strada" che è una povera vittima indifesa,Cabiria è consapevole del suo stato vitale sulla soglia del degrado,pero' è indipendente, ha un animo ruspante e ribelle, e sogna di trovare l'amore della sua vita,la Masina è eccezionale nel dar vita a questo personaggio a meta' strada tra il reale e il surreale, di un candore ed un ingenuita' che fanno commuovere,che ci riportano indietro ai tempi del vagabondo di Chaplin e della sua eterna lotta contro il mondo,il sorriso finale della Masina è una risposta concreta e vitale ad un rinconciliarsi con la vita e con se stessi nonostante un male imperante che cerca di buttarti giu'.Il regista riminese ha quindi ritratto con questo film il suo epilogo personale nei confronti di un "sottobosco" romano comprendente prostitute,ruffiani, e criminali da strapazzo,nonostante il tema "scabroso" affrontato dal film non c'e' una sola scena di volgarita' o violenza gratuita  dato che per portare il film a Cannes ci volle l'intercessione di un cardinale con relativa visione privata,in questo film il regista ha seguito una vena poetica e delicata con tratti di verace populismo il cui ritratto contadino e clericale si denota in maniera grandiosa con la sequenza della processione al divino amore,quasi fiabesco e surreale è "L'uomo del sacco" la cui sequenza fu tagliata per volere di De Laurentis nella prima edizione del film, questo personaggio evoca chiaramente la figura di un angelo custode dei reietti e diseredati ed è uno dei piu' poetici mai portati sullo schermo dal regista riminese che aveva deciso di inserirlo nel film ispirandosi ad un infermiere romano realmente esistito che si prendeva cura dei poveri e che gli era stato indicato da un eccezionale conoscitore di sobborghi romani che era Pasolini che in questo film fu cosceneggiatore per la traduzione dei dialoghi in gergo romanesco. Il personaggio di Cabiria conserva dunque dei tratti angelici ed è la prostituta piu' asessuata mai vista sul grande schermo che deve far fronte come puo' alle avversita' della vita,è un personaggio da prendere in esempio per l' energia vitale che possiede e che personaggi sinistri come "il ragioniere" interpretato da Francois Perier cercano di estirparli senza riuscire,perche' a Cabiria puoi togliere ogni bene materiale ma il suo animo che sorride al mondo e' piu' forte di qualunque cosa.Interessante è comunque la caricatura cinica e sarcastica che Fellini fa del mondo del cinema e dei suoi divi con un Amedeo Nazzari che sbeffeggia praticamente se stesso e il suo effimero mondo, un piccolo assaggio quindi di una societa' che andava incontro alla decadenza e al nulla assoluto di cui si Fellini "dipingera'" lo straordinario affresco nella "Dolce Vita" un film senza speranza ovvero il contrario di Cabiria il cui bellissimo sorriso finale è un inno alla gioia e alla vita.......

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