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Il pescatore di sogni

Regia di Lasse Hallström vedi scheda film

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La recensione su Il pescatore di sogni

di nickoftime
8 stelle

Questa volta bisogna dargli ragione. Costantemente alla berlina per la disinvolta traduzione dei titoli che accompagnano l’uscita di pellicole straniere, il distributore italiano può andare fiero di quello assegnato all’ultimo film di Lasse Hallstrom. Un’ oculatezza derivata non solo dalla caratteristica fin troppo pragmatica di quello originale(Salmon Fishing in the Yemen)poco adatto ad una storia sintonizzata sulle frequenze del cuore e dell’amore, ma anche perché il suo enunciato sembra fatto apposta per visualizzare e mettere insieme la densità e la rarefazione presenti all’interno dell’opera. La pesca con le sue regole ed i suoi tempi affiancata dall’anarchia estemporanea ed impalpabile del desiderio. Da una parte il pretesto di un hobby che fa entrare in contatto tre persone normalmente divise per ragioni culturali ed esperienze personali, dall’altra il potere di immaginare una vita diversa da quella che il dottor Alfred Jones non ha il coraggio di vedere, imbavagliato com’è da un lavoro (burocratico) che rinuncia al suo talento e trincerato dietro le abitudini di un matrimonio con una donna che non ama più. A rompere la sua routine esistenziale ci penserà il progetto di uno sceicco yemenita deciso a servirsi di lui per esportare la pesca del salmone alle latitudini fisiologicamente proibitive di quel paese. Lo scetticismo del Dottor Jones, rafforzato dall’evidenza scientifica, dovrà però confrontarsi con l’idealismo del mecenate convinto della fattibilità del progetto, e poi con l’opportunismo del governo inglese deciso a sfruttare quella collaborazione come propaganda di una distensione  continuamente smentita dalle notizie di morte provenienti dal fronte militare. Ad affiancarlo nell’impresa Harriet, collaboratrice dolce e sensibile che lo aiuterà a rivedere le sue posizioni, e di cui alla fine si innamorerà.

 

Ennesimo esempio di un cinema, quello classico, che mantiene ancora intatta la preminenza della sua funzione narrativa, “Il pescatore di sogni” è abile nell’intrecciare la dimensione sentimentale dei personaggi coinvolti con diverse modalità in un’esperienza destinata a cambiargli la vita – non solo quella amorosa e romantica vissuta dai due colleghi di lavoro ma anche quella dello sceicco intenzionato a cambiare il destino del suo paese utilizzando le risorse derivate dal sistema idrico costruito per dare seguito al progetto – con la progressione degli eventi, belli e brutti, posti in essere da un umanità che il film concentra nelle sembianze e soprattutto nel carattere di una lady di ferro come la portavoce del ministro, interpretata da Kristin Scott Thomas, chiamata ad aggiustare le malefatte del suo capo attraverso il ritorno di immagine assicurato dalla riuscita del progetto messo in piedi dal sovrano. E’ lei con quel mix di acidità ed humor nero ad impedire al film di appesantirsi con le atmosfere melò provocate dalla notizia della scomparsa del fidanzato di Harriet, un militare impegnato in territorio afghano, trasformando in chiave intimista e personale il rapporto con Jones, fin lì vissuto nella formalità cortese ma distante della buona educazione. Immerso nella compostezza quasi irreale del paesaggio naturale ed ammorbidito dai toni caldi e soffusi della sua fotografia “Il pescatore di sogni è una favola moderna con lieto fine incorporato che si avvale di attori di gran classe, tra i quali fa piacere ritrovare un Ewan McGregor finalmente centrato e perfetto nel tratteggiare il mutamento fisico e psicologico di un uomo prigioniero di se stesso e delle sue assurde ostinazioni. Non sarà un capolavoro e non avrà neanche la magniloquenza richiesta per conquistare il botteghino ma il film di Lasse Hallstrom possiede la qualità di trasfigurare la realtà senza dare l’impressione di farlo. Ed è proprio in questa verosimiglianza che rimane sempre tale che si rinnova la magia di un arte in grado di far sembrare la vita più vivibile. Provare per credere.

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