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To Rome with Love

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su To Rome with Love

di mm40
5 stelle

La benedetta, maledetta psicanalisi; la filosofia e l'escatologia; la poesia, la letteratura; il cinema, tanto cinema (Fellini pressochè plagiato silenziosamente, nello specifico si parla de Lo sceicco bianco); l'insondabilità e imprevedibilità dei rapporti umani; l'ossessione della morte, che soltanto l'amore può vincere: tutto in salsa di commedia ridanciana, alla maniera italiana degli anni sessanta e settanta, fra storielle di sesso torbido (per quanto qui narrate con leggerezza e nessuna scabrosità) e sketch barzellettistici. To Rome with love potrebbe sembrare un vecchio film, ma è soltanto un film vecchio. Che già dal suo omaggiante incipit canoro (Volare, Modugno), che è poi citato anche nell'atto conclusivo della pellicola nel più classico dei cerchi che si chiudono (Allen come scrittore - è inutile negarlo - la sa lunga), mostra tutta la devozione del regista e sceneggiatore nei confronti della materia narrata. Ma è una devozione parzialmente cieca, che guarda con la debita nostalgia di un quasi ottuagenario a una realtà trascorsa e purtroppo ormai sepolta, quella appunto di Fellini, di Modugno e di un'Italia sognante, incantevole come i monumenti della città eterna, meta turistica che associa in maniera ineguagliabile su questo pianeta cultura e romanticismo. Chissà lo shock che deve aver patito Allen una volta giunto a Roma nel 2011, trovandosi di fronte a una realtà umanamente così diversa da quella dei film di Rossellini e De Sica o delle commedie di Risi e Monicelli. Di certo se una scelta è stata azzeccata in pieno, per To Rome with love, quella è stata il casting: si scoprono un'Ellen Page (Juno) sensuale, un Jesse Eisenberg (Zuckerberg in The social network) goffo e autoironico, un Alec Baldwin sornione e perfettamente a suo agio nei panni di spalla comica e perfino un Benigni impiegato (!), comune mortale privo dei caratteristici tic dell'attore toscano e della sua mimica unica al mondo (grazie al cielo però arriveranno: bravo anche nella prima parte del suo episodio, Benigni, ma visibilmente costretto in un ruolo troppo ingessato per i suoi canoni: sarebbe come chiedere a Totò di fare il paralizzato sordomuto). Su Allen che reinterpreta Allen (la fobia dell'aereo, il continuo esorcizzare la morte, il punto fermo Freud) per l'ennesima volta, poco da dire; colpisce comunque la voce del nuovo doppiatore, Leo Gullotta, grande amico del compianto Oreste Lionello e decisamente all'altezza del suo difficile incarico. Ma, anche qui, dove stanno le novità? Forse To Rome with love (uno dei titoli più brutti mai partoriti da mente umana, ammesso che un umano possa aver pensato un titolo del genere; e ammesso che possa definirsi umana una persona che ha fatto ciò); To Rome with love, si diceva, è forse il meno riuscito dei lavori di Woody da parecchi anni a questa parte (resta sempre da valutare l'incognita Vicky Christina Barcelona, ma siamo comunque a quei livelli) e la ragione principale che sta dietro a questo scivolone risiede con ogni probabilità nel sopracitato sguardo all'indietro, troppo marcato e deciso nel volere puntare a ogni costo su 'cavalli vincenti' ormai bolsi e sfiatati, come gli spettri di un'italianità da cartolina, inesistente, anni luce da quella del 2012. In ruoli minori compaiono anche Riccardo Scamarcio, Ornella Muti, Donatella Finocchiaro, Antonio Albanese, Carol Alt e Lina Sastri; brave Alessandra Mastronardo e, in un altro dei tanti clichè, Penelope Cruz focosa prostituta. 5/10.

La trama

Episodi a Roma. Una ragazza americana si fidanza con un italiano; i genitori dell'una e dell'altro fanno conoscenza. Due sposini veneti combinano involontariamente un assurdo scambio di coppia. Una ragazza americana viene tradita dal fidanzato connazionale con una sua amica molto volubile. Un uomo qualunque balza agli onori delle cronache senza un perchè.

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