Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Documentario on the road che segue il tragitto della spedizione dei mille, nel 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia.
L'Italia del 1861 e quella del 2011, centocinquant'anni esatti più tardi: il paragone può risultare impietoso, ma è doveroso farlo per capire dove siano finiti gli sforzi, i sacrifici e gli ideali che spinsero Garibaldi e le sue truppe poco meno che improvvisate - i cosiddetti Mille - all'impresa che portò all'unificazione del Paese. E non tutto risulta perduto, in fin dei conti, sebbene il tono di fondo del documentario di Davide Ferrario (scritto con Giorgio Mastrorocco) sia sostanzialmente pessimista. Ferrario, non nuovo a lavori di stampo prettamente civile, improntati alla memoria, ricompie il viaggio dei Mille partendo però non dalla Liguria da cui la spedizione effettivamente salpò, bensì da Bergamo: non è molto noto, ma è questa città che ha donato il maggior numero di partecipanti all'impresa. Fra scorci di paesaggi, racconti dell'epoca, incontri nelle piazze del Belpaese - e tante sono quelle dedicate al generale che condusse i Mille - e letture affidate a voci e volti noti (Marco Paolini, Filippo Timi, Salvatore Cantalupo e Luciana Littizzetto), Piazza Garibaldi è un viaggio in direzione del nostro passato che ci proietta automaticamente verso il nostro futuro, con le sue perplessità, i suoi dubbi e le sue inevitabili difficoltà. Una domanda rimane inespressa, ma perennemente sottotraccia: l'Italia è stata fatta, ma sono stati fatti gli italiani? Musiche, giustamente, tratte dal repertorio verdiano; il lavoro fa il paio idealmente con Noi credevamo di Mario Martone, lungometraggio a soggetto uscito qualche mese prima e allo stesso modo pensato come omaggio all'importante ricorrenza storica. 6/10.
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