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Biancaneve

Regia di Tarsem Singh vedi scheda film

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La recensione su Biancaneve

di supadany
8 stelle

Tarsem Singh rilegge una delle fiabe più celebri di tutti i tempi da par suo, ovvero si distanzia parecchio sia dal testo originario dei Grimm sia dalla versione animata di Walt Disney con una visione decisamente più morbida, ma allo stesso tempo propositiva e visivamente pimpante giovandosi soprattutto del suo buon occhio scenico (e con esso quello dei suoi abilissimi collaboratori).

Dopo la dipartita del buon Re, la regina (Julia Roberts) prende le redini del regno segregando la figliastra Biancaneve (Lily Collins) che teme più di ogni altra cosa, perché sa che un giorno sarà lei la “più bella del reame”.

Nel frattempo tiene il popolo in scacco, sperpera i suoi averi e punta un nuovo principe (Armie Hammer) per allungare il suo regno.

Ma non ha fatto bene i conti con Biancaneve che assieme ad un manipolo di nani banditi farà di tutto per liberare il regno dalla sua tirannia e conquistare quel principe che, incantesimi a parte, ha occhi solo per lei.

Se il bianco della neve è il colore che adorna la maggior parte degli sfondi, ed il buio è riservato alla notte nel bosco, il resto è un’esplosione di colori per una pellicola in pieno stile Tarsem che per una volta sceglie un’inusuale (non solo per l’origine della storia), almeno vedendo i toni delle sue precedenti pellicole, registro leggero nel quale la risata è più volte richiamata a gran voce anche all’interno delle situazioni più improbabili.

Un film che punta quindi candidamente al divertimento più sfrenato e che tale obiettivo riesce, secondo me, a conseguire manipolando alcuni cardini fondamentali della storia come il principe azzurro più oggetto che altro (e ci sta tutta la pozione che lo trasforma in amoroso cagnolino), i sette nani che da infaticabili lavoratori diventano dei banditi di trampoli accessoriati (ma tutt’altro che cattivi, la loro è solo una condizione obbligata dalla situazione che si è generata), una mela che arriva con tempistiche diverse, la regina che è cattiva ma caricata in modo grottesco e Biancaneve che non aspetta certo di essere salvata, ma le basta giusto un aiuto per partire con convinzione verso la lotta per la salvezza del suo regno.

Storia quindi leggera, “macchiata” da continui slanci umoristici e da un’avventura semplice ma congeniale all’umore generale, ma nel film di Singh il marchio di fabbrica sta, come sempre, altrove, ovvero in una componente estetica semplicemente sopraffina, pochi effetti digitali (utilizzati giusto laddove è altrimenti impossibile arrivare), scenografie stupefacenti per colori e geometrie (come per il “reverse” del famoso specchio e per le stanze del castello) e costumi a dir poco sensazionali (ed è giustamente menzionata con affetto Eiko Ishioka scomparsa poco dopo le riprese).

Una gioia per gli occhi che si accompagna ad una spensieratezza proposta con un fondo di genuinità per il più classico dei “e vissero tutti felici e contenti” per una rivisitazione personale adeguata ad una serata di puro relax.

Spensierato. 

Su Tarsem Singh

Regia di stampo "divertissement", con una gran voglia di fantasia e su questo aspetto Tarsem vola (esemplificativa la scena del mostro "marionetta"), lasciando spesso a bocca aperta.
Promosso.

Su Julia Roberts

E' una sottilmente perfida regina maligna.
Buon ruolo che arricchisce una carriera che finalmente sta trovando qualche variante interessante.
Discreta.

Su Lily Collins

Intraprendente nei panni di Biancaneve.
Discreta.

Su Armie Hammer

Chiamato a ricoprire la parte del bel pupazzo piuttosto che dell'aitante principe azzurro.
Sta al gioco con ilarità.
Discreto.

Su Nathan Lane

Offre alcuni spunti piuttosto divertenti, nella loro estrema semplicità.
Da buon comico, abituato a starsene nel contorno, qual'è.

Su Mare Winningham

Sufficiente.

Su Michael Lerner

Irrielvante per minutaggio, ma la sua presenza è sempre ben accetta.

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