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Upside Down

Regia di Juan Diego Solanas vedi scheda film

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Scarlett Blu

Scarlett Blu

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La recensione su Upside Down

di Scarlett Blu
8 stelle

Un’ interessante incursione nella fantascienza ai confini col fantasy diventa pretesto narrativo per veicolare una storia d’amore impossibile, sullo sfondo di contaminazioni tra generi, invenzioni visive e piccola critica sociale.
Non mi capacito di recensioni negative tanto eccessive, perché il film è discreto e si lascia guardare tra un misto di piacere e leggera meraviglia, pur non essendo un’ opera trascendentale portatrice di chissà quale messaggio profondo, né pretende di esserlo.


Un film suggestivo, dominato dalle tinte fredde ma delicate di una scenografia digitale che riproduce soffitti che sono pavimenti, cieli capovolti pieni di luci di altri mondi, alberi e cime di montagne che si sfiorano in paesaggi immaginari e dell’assurdo, veri quadri surreali che per fortuna non stordiscono, a parte il lieve disagio dell’occhio che registra un’ immagine capovolta, di cui però non si abusa.
 
È una favola che ha il sapore leggero delle cose senza troppa importanza, che suggerisce qualche vaga riflessione sulla possibilità di cambiare il nostro destino, che ci chiede di lasciarci andare al sogno più colorato, alla suggestione delicata delle immagini più spettacoli e improbabili, alla follia di due mondi opposti che si attraggono al punto di sfiorarsi, senza che possano toccarsi né fondersi, in una sorta di tensione perenne, (e percepiamo il segno dell’infinito nella bella sequenza d’apertura con la voce narrante del protagonista) dove i loro abitanti non possono mai incontrarsi, prima per le strane assurde leggi fisiche che li governano e poi per quelle umane che non ammettono contaminazioni e passaggi tra i due mondi di persone o materia, ma lo sfruttamento delle risorse e delle parti più povere e deboli sì.

La colonna/grattacielo che collega il basso e l’alto, il sopra e il sotto è solo un luogo di lavoro che mantiene le divisioni.


Esistono due mondi, uno ricco e opulento, e l’altro povero, universi paralleli e capovolti che coesistono, e tutto sembra che debba restare immutato, finché due giovani, Adam e Eden - anche i nomi sembrano metaforici e profetici, Adamo, il primo uomo che cerca di raggiungere il paradiso, incarnato nella donna amata che vive nel mondo di Sopra - s’incontrano e finiscono per innamorarsi.
E non sarà una passeggiata vivere questa complicata storia d’amore ostacolata dal destino, dalle diverse origini, dalla forza di gravità che li terrebbe separati, legati ai rispettivi universi.
Ma l’ amore si sa, è la forza più grande di tutte, capace di scardinare le altre, quella che porta a sfidare le regole più severe.
E dopo 10 anni in cui i due innamorati si perdono di vista, per colpa di una perdita della memoria di lei, in seguito ad un incidente, Adam ritrova la sua Eden e farà di tutto per raggiungerla, sfiderà le leggi di natura e degli uomini per stare con lei, rischiando letteralmente di bruciarsi perché fatto di sostanza diversa e contraria, metafora di una passione divorante che non viene mai esaltata davvero, - e forse per questo la storia d’amore appare un poco debole rispetto a tutto quanto - ma resta solo tratteggiata con delicatezza e fluttua tra i due universi, facendo galleggiare i corpi degli amanti, conferendo loro leggerezza con un pizzico di poesia (altra facile metafora dell’amore che solleva da terra e trasporta oltre le miserie umane).
Ma Adam non farà tutto da solo, avrà bisogno dell’aiuto di qualcuno per arrivare alla meta, ed ecco che subentra un’altra falla nel sistema, l’uomo che viene licenziato perché non serve più, si ribella alle leggi e diventa un tramite. Adam ha gettato il seme, (la formula di una crema di bellezza), ma qualcun altro sviluppa la pianta che rimetterà insieme gli amanti, e che sarà l’inizio di qualcosa di nuovo e unico.
Il finale è risolto un po’ troppo in fretta, accelerato in un immagine suggestiva che ipotizza un’ epoca futura più equilibrata tra i due mondi, ma il come si è giunti  lì è tutto lasciato al campo delle ipotesi, forse perché non è importante ai fini della storia, che si risolve in maniera abbastanza prevedibile.
Sotto una regia più consapevole sarebbe risultato impressionante, ma al di là delle evidenti pecche e ingenuità di un cinema visionario e surreale che non sempre ha il giusto controllo di tutti gli elementi, ha il pregio di saper catturare comunque l’attenzione, regalando un paio d’ore di evasione.
Bravi gli interpreti, soprattutto Sturgess, più intenso della Dunst, che suscita tenerezza nel suo etereo personaggio.
Un film che meriterebbe almeno una visione.
Dopo magari, passare ad altro.
 

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