Regia di Lena Dunham vedi scheda film
Opera seconda di Lena Dunham, attrice-regista e sceneggiatrice classe 1986 diventata nel giro di pochi anni (con questo film e con la serie tv successiva, "Girls", prodotta da Judd Apatow, che può essere considerata una sorta di sequel non ufficiale delle vicende della protagonista) "una" voce della sua generazione, come spiega lei stessa nel pilota della serie.
Accolta con grande successo dalla critica all'esordio al festival South by Southwest 2010, dove vinse il premio per il migliore lungometraggio narrativo, Lena Dunham (che arrivava a 23 anni a questo film con in cantiere già un lungo d'esordio, ""Creative Nonfiction", corti e webseries) ha attinto a piene mani dalla sua vita per scrivere la sceneggiatura e costruire il cast, in cui Laurie Simmons e Grace Dunham interpretano come nella vita sua madre e sua sorella.
Aura (Dunham) si è appena laureata, torna a casa dalla famiglia a New York ma non sa che fare della propria vita. Si sente incompresa dalla madre, vede sempre meno convincenti i progetti di vita comune con Frankie (Merritt Wever), la sua migliore amica del college che si sta per trasferire nella "grande mela", e deve ancora riprendersi dalla rottura con il fidanzato storico. Tra un approccio goffo (e uno meno) con un paio di ragazzi fino ai primi lavori precari e malpagati, Aura cercherà di capire sé stessa anche grazie all'incontro con la vecchia amica Charlotte (Jemima Kirke).
Ambientato nel quartiere trendy di Tribeca, tra video-arte al confine con il nonsense (meglio il video di Aura alla fontana o quelli di Jed - Alex Karpovsky - sul cavallino a dondolo come moderno "cavaliere nietschiano"?) e un modo di raccontare la sessualità sfrontato ma naturalissimo (notevole la "sfacciataggine" con cui Lena Dunham si mostra, pur con il suo fisico non certo da pin up), "Tiny Furniture" è un esempio brillante di commedia "indie" riuscita e fresca, scritta da una ragazza giovane e in grado di rappresentare (almeno in parte) le sue coetanee con intelligenza.
Il titolo del film si riferisce agli arredamenti minuscoli che la madre di Aura utilizza (anche nella realtà) per le proprie fotografie artistiche.
(http://newamericancomedy.blogspot.it/2013/01/tiny-furniture-2010-di-lena-dunham.html)
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