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Diario di una schiappa 2

Regia di David Bowers vedi scheda film

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La recensione su Diario di una schiappa 2

di mc 5
6 stelle

E' singolare la circostanza in cui mi trovo a riferire di questo film. Molto raramente càpita infatti che due pellicole (primo e secondo episodio) escano a distanza di una sola settimana (io ricordo in tempi relativamente recenti solo il "Nemico Pubblico n.1" di Richet con Vincent Cassel). Anche se, ad onor del vero, il caso attuale è un pò diverso. In America infatti i due episodi sono usciti a circa un anno di distanza, mentre è stata una politica distributiva italiana a decidere una rapida successione delle due uscite nelle nostre sale. Ed è in un certo senso anche imbarazzante scrivere di un film che ricalca gli stessi elementi del precedente, visto -appunto- pochi giorni fa, col rischio di trovarsi ad esprimere le stesse opinioni e a commentare situazioni e scenari pressochè analoghi. Se dunque sarà difficile argomentare in proposito qualcosa che non sia già stato detto pochi giorni fa in questa stessa sede, va detto però che il piacere della visione del primo capitolo si è amabilmente prolungato, dato che il buon livello del "progetto" ha avuto una sicura conferma. Tornando per un attimo al primo dei due film, a fronte di un giudizio critico da parte della stampa piuttosto tiepido quando non addirittura palesemente deluso, io ho invece seguito la pellicola con assoluto divertimento. Stavolta, curiosamente, è accaduto per certi versi il contrario. La critica ha cioè complessivamente accolto il film con diffusa simpatia. A me invece, fermo restando che mi sono comunque divertito, era piaciuto di più senz'altro il primo episodio. E mi sono anche dato una spiegazione. Nel primo caso, quasi tutta la storia verteva sul rapporto tra il piccolo Greg e i compagni di classe e dunque le gag avevano per lo più come sfondo le aule scolastiche. Stavolta invece le situazioni si sviluppano con un occhio privilegiato riguardo alle dinamiche dei rapporti col fratello maggiore e coi due genitori. Questo, a mio avviso, riduce in partenza le possibilità umoristiche proprio per la minore presenza di soggetti in campo. Io ritengo infatti che uno degli elementi vincenti che hanno contribuito al successo del film sia proprio la scelta del casting, concentrata su bambini le cui caratteristiche fisiche si sono rivelate strepitose. Venendo meno la centralità dei "bambini personaggi", devo confessare che ho riso un pò meno, anche perchè (parere personale) l'insistenza nell'esplorare la dinamica del rapporto tra i due fratelli (Greg e Roderick) alla lunga comincia a stancare, forse anche per colpa dell'attore che impersona il fratello maggiore, il quale rivela doti espressive piuttosto limitate (salvo poi eccedere in inusitate esplosioni di vanitosa gigioneria). Ma per fortuna l'asso nella manica, cioè quei bambini fantastici, rimane in campo, seppur questa volta con limitato raggio d'azione. Si tratta di una galleria di "sagome" spesso irresistibili, frutto di una scelta di casting -lo ribadisco- davvero azzeccatissima. E vediamolo da vicino, allora, questo brillante cast. Cominciamo dal protagonista, il piccolo Greg Haffley, impersonato dal bravo Zachary Gordon. Greg è una ragazzino curioso di scoprire cosa sta per cambiare nella sua vita in concomitanza col passaggio fatidico dall'infanzia all'adolescenza, ciò che fa di quest'opera un classico racconto di formazione a tutti gli effetti,  fermo restando che il registro prescelto è quello della commedia. Senza nulla togliere al simpatico Zachary, non posso che ripetere quanto ebbi ad annotare l'altra volta: mi sembra troppo perfettino, troppo meccanico, come se già si compiacesse del suo status appena acquisito di piccola star del cinema. Subito dopo viene il suo miglior compagno di giochi, l'adorabile pasticcione di nome Rowley, interpretato dall'irresistibile Robert Capron con approccio clamorosamente naif: quando sfodera certe espressioni seriose o assorte io mi ritrovo a ridere quasi senza rendermene conto. Poi ci sono papà e mamma, naturalmente. Steve Zahn è il padre, attore che non conoscevo ma che trovo curioso con quelle sue continue facce buffe. Rachael Harrys è la madre, attrice deliziosa, forse non esplicitamente seducente ma comunque intrigante proprio per quel fascino trattenuto "da casalinga". Quanto poi al fratello maggiore Roderick, come ho già detto non mi pare che l'attore Devon Bostick brilli per sfumature espressive. Ma la galleria sarebbe ancora lunga. Mi limiterò a segnalare altri due personaggi...L'incredibile Fregley, un compagno di scuola che pratica il gusto dell'orrido, tra caccolette e altre amenità disturbanti, ma soprattutto la terribile Patty Farrell la quale, a dispetto delle treccine bionde e dell'apparecchio per i denti, ha i muscoli di una lottatrice e rappresenta infatti per Greg una costante minaccia fisica. Vorrei ribadire che non si tratta solo di una mera rassegna di macchiette infantili, ma di un geniale assemblaggio di volti curiosi a cui si accompagnano gustose caratterizzazioni. E quanto alla vicenda, come pure nel precedente episodio, non è poi così importante: prima di tutto viene il "motivo" della scoperta dell'adolescenza, vale a dire la realtà che, esperienza dopo esperienza, si disvela agli occhi curiosi del nostro Greg. A me par di capire, riguardo all'atteggiamento con cui accogliere questo film, che esistano due "scuole di pensiero". C'è chi si affretta a giudicarlo un prodotto che, per livello e contenuti, può essere fruito con gusto solo da chi non ha superato i 13-14 anni. Io sono di parere diverso. Cioè trovo che dietro questo progetto ci sia un attentissmo lavoro condotto avendo cura di scegliere personaggi e situazioni che possano divertire anche gli adulti, proprio in quanto attinenti ad un immaginario infantile appartenente ad ognuno di noi che, banale ma inconfutabile, siamo stati tutti bambini. Ed ecco allora che sfilano situazioni esilaranti anche per un pubblico adulto, come la discreta gag della "cioccolata in chiesa", ma anche momenti più sofisticati, come l'idea di "The Foot", che si concretizza nella rappresentazione della gustosa parodia di uno scalcinato horror movie di serie B. Su un autorevole sito italiano di cinema qualcuno ha evocato persino qualche vago richiamo allo stile Sundance tirando in ballo anche "Little Miss Sunshine". Sicuramente hanno esagerato. Resta comunque una pellicola ispirata a criteri di simpatia, freschezza e genuinità. Non è poco.
Voto: 7 e 1/2

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