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Ci incontreremo ancora

Regia di Michael Storey vedi scheda film

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La recensione su Ci incontreremo ancora

di Maciknight
5 stelle

E’ un film senza infamia e senza lode, con tutti gli ingredienti classici del giallo e gli stereotipi abituali del genere seriale, con qualche traccia da telenovelas. Il mestiere c’è (regista e sceneggiatori) ma non brilla di alcun talento, i dialoghi sono curati, le scene elegantemente confezionate, la trama fin troppo arzigogolata, come se ci fosse un impegno profuso per accontentare lo spettatore, ma la sensazione finale dell’ennesima occasione sprecata prende il sopravvento. Soprattutto nelle poche scene d’azione, in particolare nel finale, che sono tutte piuttosto raffazzonate, quasi ridicole. Così come è assolutamente inverosimile il ruolo attribuito alla polizia, praticamente inesistente, la si sente solo nominare, mentre in un caso di omicidio plurimo dovrebbe marcare stretto tutti i sospettati. Sulla componente giallo pare prevalere la componente telenovelas, per cui i primi piani e quasi tutte le scene sono incentrate sulla protagonista, una giornalista investigativa che sta indagando su un omicidio di alcuni anni prima per il quale era stata incolpata ed incarcerata una sua amica, che ha fatto da capro espiatorio Poi scopre che in realtà gli omicidi sono stati due a distanza di appena tre giorni, entrambi medici nello stesso ospedale, e poi in un crescendo se ne aggiungono altri a causa delle sue scoperte che sono perlopiù accidentali, perché lei (la presunta giornalista investigatrice) non ha un metodo o approccio professionale, se non la sua incalzante presenza in ogni contesto, che parrebbe far parlare oltre misura chi avrebbe tutto l’interesse a tacere (una trama un tantinello forzata, per sbloccare la situazione), non risulta essere poi così seducente da far parlare anche i muti. Seppur l’autrice di questo personaggio letterario sia una donna (Mary Higgins Clark) non riesce a sottrarsi allo stereotipo femminile maschilista col quale tratteggia praticamente tutte le protagoniste, e sono molte, che compaiono nella trama. C’è di peggio in circolazione, ma con qualche attenzione in più e meno stereotipi e banalizzazioni si poteva confezionare un buon film, i contenuti in partenza c’erano.

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