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The Artist

Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film

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La recensione su The Artist

di DxFlash
8 stelle

Film di produzione americana ma nato da cervelli e interpretato da facce francesi, "The Artist" rappresenta uno sconvolgimento nel panorama della cinematografia moderna, paradossalmente proprio a causa dell'utilizzo di uno stile vecchio di più di 80 anni.

Vediamo i motivi che ne spiegano il successo.

 

L'idea di fondo.

L'intuizione di proporre un film muto e in bianco e nero nel 2011, cioè proprio nel pieno dell'esplosione del 3D, non può che definirsi geniale: racconta Dujardin (l'attore protagonista del film) che Hazanavicius (il regista) gliene avesse già parlato durante la loro collaborazione per i film di 'OSS117', brillanti parodie di un agente segreto creato dalla penna di Jean Bruce. Un embrione che si è poi sviluppato in maniera molto efficace: la trama racconta di un divo del cinema muto che viene letteralmente sovrastato dalla diffusione del sonoro, e di una sua giovane collega che invece trarrà enormi vantaggi da questa rivoluzione, in una sorta di parallelo con il capolavoro di Charlie Chaplin "Luci della Ribalta".

 

L'esecuzione.

Un vero e proprio film muto degli anni '20: è questa l'impressione che si ha, vedendolo. La motivazione è innanzitutto tecnica, in quanto la scelta di girare 22 fotogrammi al secondo ricorda i ritmi e i movimenti leggermente accelerati tipici di quelle opere.

Anche la sceneggiatura non vuole concedere nulla alla modernità, richiedendo agli attori uno sforzo supplementare per ricreare l'atmosfera e l'espressività di un film muto.

 

La recitazione.

Non si può negare la bravura straordinaria del cast, che è probabilmente il fattore principale del successo del film. James Cromwell ('Babe', 'Angels in America') ha senza dubbio il physique-du-role adatto al compito assegnatogli, quello di interpretare l'autista delle star, e lo dimostra con tutta la sua eleganza e dignità. Berenice Bejo è la moglie di Hazanavicius, e si nota la sua capacità nell'essere perfettamente in sintonia con le richieste del regista: per la sua interpretazione si è guadagnata una nomination all'Oscar.

Ma il punto forte di "The Artist" ha un nome e un cognome (tra l'altro poco noti fino a quel momento al pubblico internazionale): Jean Dujardin. Questo ex-comico francese, che di fatto aveva nel suo curriculum solo tre lungometraggi prima di questo ('Cash', con Jean Reno e Valeria Golino, e i due 'OSS117'), ha dimostrato una capacità unica nell'impersonare un attore del cinema muto, grazie alla sua spiccata espressività, una caratteristica che, tra l'altro, è persino penalizzante in altri contesti. L'impressione che si ha è quella che un vero attore degli anni '20 sia stato teletrasportato ai giorni d'oggi per recitare in un film muto: l'Academy gli ha meritatamente conferito il premio di miglior attore protagonista.

 

The Artist rappresenta inevitabilmente una parentesi nel cinema d'oggi, prodotta in maniera brillante ed efficace, ed è senza dubbio per la sua unicità, più che per l'impressione complessiva, meno incisiva forse rispetto a film quali "The Help", "Paradiso Amaro" o "Midnight in Paris", che si è guadagnato anche il premio come miglior pellicola del 2011.

 

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