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Buddha Mountain

Regia di Yu Li vedi scheda film

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La recensione su Buddha Mountain

di bradipo68
8 stelle

La solitudine è un calice amaro a cui si è costretti ad abbeverarsi ogni giorno mentre l'amicizia può essere quella linfa vitale che ti permette di andare avanti sempre e comunque.
Semplice e condivisibile l'assunto di Buddha Mountain,ultimo film della censuratissima (in patria) Yu Li che stavolta sceglie un registro molto più leggero per narrare la Cina di oggi.
Tre amici, il simpatico Fei Zao(per assonanza fisica e linguistica Fatso),un autotreno di carne fan di Michael Jackson, Ding Bo che ha problemi in famiglia e la bellissima Nan Feng, cantante in locali notturni affittano due stanze presso la casa della scorbutica Chang, vedova solitaria che delizia i ragazzi con esercizi di canto lirico all'alba e dà lezioni di calligrafia al pomeriggio.
Se i ragazzi hanno un pregresso fatto di rapporti difficili in famiglia e un futuro nebuloso in cui incastrare l'esame d'ammissione all'università da rifare che può rivelarsi decisivo per il loro avvenire(che comunque hanno o almeno  vagheggiano), la signora Chang ha solo un doloroso passato fatto della perdita di un figlio diciottenne per un incidente stradale.
Addirittura spesso si va a rifugiare nella macchina dell'incidente del figlio che conserva in garage dal giorno dell'incidente ( senza ripararla) come a cercarvi conforto in una sorta di training autogeno.
Il film di Yu Li descrive questo processo di cambiamento sia nei rapporti tra i ragazzi ( vive l'amour) che nei rapporti con la signora Chang determinando una crescita di tutte le parti in causa attraverso la metafora del viaggio, della riparazione dell'auto, simbolo del superamento del trauma da parte della vedova e della ricostruzione di un piccolo tempio buddhista disperso tra le montagne.
Niente di inedito quindi ma sono notevoli l'uso della cinepresa a mano, del digitale e un modo di raccontare una storia assolutamente normale con uno stile caldo e avvolgente facendo leva sulle eccezionali performances degli attori.
Tra sequenze sognanti di viaggi in treno tra le montagne e improvvisi lampi dolorosi di forte impatto emotivo come quella del tentato suicidio della signora Chang dopo che la fidanzata del figlio(anche lei nell'incidente di cui porta ben visibili le conseguenze) è venuta a trovarla o il confronto acerrimo tra Nan Feng e il padre alcolista che sta portando alla rovina tutta la famiglia,si dipana l'excursus di Yu Li nella Cina postcomunista che sta percorrendo la strada del capitalismo di Stato.
Nouvelle vague cinese? Non so, ma Buddha Mountain  ha una grazia notevole nel delineare ambienti e personaggi,  inoltre il suo modo di sfiorare con un linguaggio registico vivace anche tematiche sociopolitiche difficili da affrontare senza evitare strali censori dalla nomenklatura cinese dice molto su una regista giovane e baciata da un indiscutibile talento.
La Cina continua nel suo processo di avvicinamento all'occidente.
Locali notturni,computer portatili, quel senso di sbandamento che hanno i giovani che sono sul punto di entrare nel mondo degli adulti, così vicino anagraficamente eppure ancora così lontano mentalmente.
Una nazione viva e per nulla ingessata nei suoi rituali millenari.Almeno nel ventre della metropoli.
Fan Bingbing non è solo bella.
E'qualcosa di più.
Guardarla riesce a far stare male.

Su Yu Li

regia eccellente

Su Sylvia Chang

bravissima attrice taiwanese

Su Bo-lin Chen

ottimo

Su Bingbing Fan

bella da svenimento

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