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Il cammino per Santiago

Regia di Emilio Estevez vedi scheda film

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La recensione su Il cammino per Santiago

di alan smithee
6 stelle

"La vita non si sceglie, si vive"...dice un figlio ad un padre mentre questi lo accompagna nel suo (ultimo) viaggio alla ricerca di se stesso e di un vero motivo da attribuire alla propria vita. Non vanno molto d'accordo padre e figlio, oculista di un certo successo il primo, quarantenne incerto sulla "via" (the way, appunto, come da titolo originale) da intraprendere il secondo, che ha perso la fiducia in un genitore troppo occupato ad avere successo, e dopo che la madre è mancata troppo presto, troppo in fretta. Ma quando al medico giunge la notizia della disgrazia che e' occorsa al figlio, perito lungo un sentiero nei Pirenei al primo giorno del suo cammino verso Santiago, ecco che l'uomo dalla California si precipita in Europa per raggiungere il luogo della tragedia e riconoscere il giovane. Da quel momento il desiderio di continuare il cammino intrapreso dal ragazzo prende il sopravvento nell'uomo che, armato del solo zaino del figlio, si incammina lungo i sentieri ameni e vallate imporporite dal rossore dell'autunno imminente di quel cammino scavato dal passo di milioni di pellegrini che da secoli lo intraprendono per tante e molteplici motivazioni. L'amore, la riconoscenza di un figlio in un padre si puo' manifestare in tanti modi, ed Emilio Estevez, regista per scherzo ai tempi del "bidone giallo", ma molto meno col suo celebrato e acuto "Bobby", lo riesce ad esprimere con fine intensità in questa sua ultima prova: un cammino che rappresenta, per ognuno dei quatro personaggi coivolti loro malgrado a condividere il percorso, l'occasione ultima e dunque preziosa per lasciarsi alle spalle le amarezze e i drammi della vita in corso, aprendosi a nuove prospettive, nuovi spiragli, nuove ispirazioni in grado di rilanciare una esistenza o concluderla degnamente. Con qualche lungaggine di troppo e senza esimersi da qualche melensaggine probabilmente evitabile, Estevez riesce tuttavia a rendere il percorso dei quattro strampalati e "difettosi" antieroi come un appassionato road movie podista in cui una incerta umanità, complessata ed incattivita cerca anche rozzamente di elevarsi e di trovare le ragioni vere dell'esistenza, facendo intravedere allo spettatore, almeno da lontano, al di là delle nubi e delle montagne che sovrastano vallate da sogno miracolosamente incontaminate, la vera via che possa condurli alla pace interiore, se la felicità è una condizione troppo impegnativa da raggiungere in questa vita terrena.

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