Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Ancora una storia raccontata dal punto di vista dei più deboli per Kaurismäki nel quale dramma e commedia si fondono a meraviglia.
Lasciata la patria Finlandia per la più evoluta -cinematograficamente parlando- Francia, Aki Kaurismäki continua a mostrarci la realtà dal punto di vista dei più deboli, quasi fosse un Ken Loach dal tocco meno drammatico. “Miracolo a Le Havre” risulta così essere un film che seppur duro nel soggetto scorre via leggero come una commedia. Belli e autorevoli alcuni dettagli, cito ad esempio la scena con il commissario in casa di Marx, con il bambino nascosto da un lato della porta e il poliziotto a pochi centimetri da lui che continua a parlare. Grande colonna sonora a base di rock d'annata, mentre resta anacronistico il fatto che nelle pellicole di Kaurismäki tutti fumano -anche all'interno dei locali- quasi come se il regista finlandese avesse una qualche questione personale contro le (sacrosante) norme antitabacco promosse negli ultimi decenni.
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