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Suicide Club

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Suicide Club

di AndreaVenuti
9 stelle

Suicide Club (noto anche: Suicide Circle) è un film giapponese del 2001, scritto e diretto da Sono Sion

 

Sinossi: Tokyo è afflitta da una serie di suicidi di massa da parte di giovani studenti, inizialmente la polizia pensa si tratti di una moda macabra ma in realtà non è assolutamente così....

locandina

Suicide Club (2001): locandina

Anni 2000, Sono Sion al di fuori dal Giappone è un nome ancora sconosciuto, al contrario in patria è sulla bocca di tutti o quasi; dal 1997 ha dato il via al progetto GAGAGA: performance di strada dove un gruppo di artisti sedicenti e scapestrati si sfidano/presentano poesie dissacranti e di protesta, scritte con inchiostro nero su enormi bandiere e lenzuoli bianchi.

Contemporaneamente il giovane Sono incomincia ad avvicinarsi alla settima arte in maniera molto sperimentale come dimostra il suo I am keiko but del 1997 tuttavia a partire da Suicide Club il suo nome incomincia a circolare al di fuori del Giappone spingendo Sono a concentrarsi molto su questo settote a tal punto da  trasformarsi in un regista alquanto producente ma sempre fedele ad una sua poetica che adesso cerchiamo di evidenziare.

 

Suicide Club è una perla di rara bellezza; il regista affronta in maniera innovativa e senza paura un problema molto grave come quello dei suicidi giovanili.

L'inizio del film ormai è storia: macchina da presa a mano che vaga per la metropolitana di Shinjuku mostrandoci centinaia di giapponesi indaffarati a prendere il consueto treno del mattino, ad un certo punto 54 studentesse spensierate e apparentemente felici si prendono per mano e si buttano sotto un treno, il tutto accompagnato da una melodia pop molto kawai che ben sintetizza il vuoto d'animo di questa generazione; sequenza simile a livello concettuale è quella dove una ventina di ragazzi si buttano dal tetto della scuola dopo aver concordato che suicidarsi è "figo".

L'alienazione del singolo è un'altra tematica portante del film/poetica del regista; pensiamo alla sequenza ambientata all'interno di un vagone ferroviario dove l'autore attraverso la macchina a mano ci mostra  la sofferenza, stanchezza e la solitudine di una decina di giapponesi presi come campione per rappresentare l'intera popolazione.

 

Altro tema presente che verrà poi sviluppato più volte in futuro è il rapporto tra padri/figli: il detective Kuroda (Ryo Ishibashi) è sposato con due figli adolescenti, il detective ama la sua famiglia ma non si riesce a relazionarsi con loro, quando cenano (unico momento in cui sono insieme) nessuno riesce realmente ad aprirsi ma preferiscono guardare uno spettacolo musicale di una band giovanissima, molto famosa tra i giovani e non (importante per l'economia del racconto).

Quindi l'incomunicabilità è un altro pilastro importante per Sono Sion, pensiamo al folle psicopatico Genesis; un eccnetrico ragazzo incompreso che vive in una realtà tutta sua con il solo obiettivo di farsi conoscere in una società che annienta l'individuo.

 

Suicide club è film magnifico anche a livello tecnico, come dimostra la sequenza dell'ospedale (poco dopo l'inizio) strutturata come un fenomenale thriller/horror con lenti movimenti di macchina ed un gioco di luci e ombre eccelso e senza ricorrere al trucchetto del jumpscare.

 

Film epocale, tanto duro quanto necessario il tutto strutturato all'interno di svariati generi che lo rendono assoluatmente interessante/seguibile. 

 

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