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Molto forte incredibilmente vicino

Regia di Stephen Daldry vedi scheda film

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La recensione su Molto forte incredibilmente vicino

di supadany
8 stelle

Altro film che si incanala nel sempre più florido filone traumatico post 11 settembre, tratto dall’omonimo libro di Jonathan Safrab Foer, col vantaggio di porre in risalto la visione con gli occhi di un ragazzino alle prese con una ricerca che assume tratti incredibili.

Oskar Schell (Thomas Horn) ha appena perso il padre (Tom Hanks) a seguito dell’attentato alle Torri Gemelle e quando ritrova una chiave non meglio identificata tra i vestiti del defunto organizza una ricerca meticolosa per arrivare a scoprire cosa apre.

Entrerà così a contatto con tante persone, conoscerà un misterioso vicino di casa (Max Von Sydow) e non si fermerà di fronte a nessuna difficoltà.

Si segue con passione l’avventura del giovane, ma intelligente e volonteroso, Oskar, tutto il suo piano, i suoi obiettivi giornalieri, i suoi incontri con svariate umanità (per forza di cose non sempre concilianti), senza scordarsi la figura dell’uomo muto e misterioso, che poi si può capire facilmente chi sia, e l’ombra della madre (Sandra Bullock) che ha accusato pesantemente il colpo per l’inaspettata dipartita.

E tutto il racconto è scandito da una regia emotivamente energica che utilizza anche stratagemmi maliziosi (vedasi alcune rivelazioni nella parte finale, o i flashback che ogni volta si fanno più disarmantemente drammatici), ma che comunque possiede l’imprescindibile pregio di farci sentire vicini a Oskar.

E tutto intorno a lui si articola un cast tanto ampio quanto valido, ma i  vari “big” presenti sono tutti attenti, e chiamati, a lasciare al giovane sconosciuto la parte del leone.

Di buona fattura poi il comparto tecnico all’interno del quale spicca una fotografia estremamente curata e definita (resa magnificamente nella versione in bluray) ed una colonna sonora, firmata dall’ultrattivo Alexandre Desplat, che sa proporre le note giuste atte a sottolineare le diverse pulsioni.

Opera dunque segnata da connotati preponderanti, viva e vissuta, due ore abbondanti probabilmente non sempre essenziali, e quindi nemmeno perfette, ma spesso e volentieri terribilmente stimolanti tra il dramma e la fantasia di un ragazzino.

Viscerale.

Su Stephen Daldry

Regia incoraggiante.
Sviluppa bene una storia di vita, completa e stimolante, dando il massimo risalto allo sguardo da fanciullo che pervade tutta l'opera.

Su Tom Hanks

Bravo ad accettare un ruolo bello, ma di secondo piano (premesso che basterebbe solo la sua voce al telefono mentre lascia l'ultimo messaggio per darne un senso vigoroso).
Rassicurante e pacato.

Su Sandra Bullock

Prima di "Gravity" non l'avevo mai vista così intensa.
Un ruolo silenzioso, e per buona parte in disparte, ma rimane sempre vicina a quello che più di prezioso ha il suo personaggio nella sua vita (cioè il figlio).
Brava.

Su John Goodman

Rimane sempre sullo sfondo, ma meglio avercelo che no.
Più che sufficiente.

Su Max Von Sydow

Iconico nel suo silenzio imposto e nel suo personaggio che si porta appresso un mondo intero e nascosto.
Classe superiore (ed Oscar sfumato per un pelo a favore di un altro grande "vecchio", ovvero "Christopher Plummer in "Beginners").

Su Jeffrey Wright

Compare solo sul finale, ma lascia una traccia non di poco conto.
Più che sufficiente.

Su Viola Davis

Semplice e versatile, fa sempre la cosa giusta.
Partecipe senza artifici.

Su Thomas Horn

Probabilmente il miglior ruolo under 14 degli ultimi anni.
Ma anche lui è pertinente, procace e volonteroso, impossibile non provare empatia.
Bravissimo.

Su Zoe Caldwell

Più che sufficiente.

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