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Zeitgeist

Regia di Peter Joseph vedi scheda film

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La recensione su Zeitgeist

di alfatocoferolo
8 stelle

Decisamente illuminante sebbene da prendere con le pinze, poiché non tutto viene debitamente comprovato e le ipotesi finali puntano il dito troppo in alto e troppo in là. Premesso, dunque, il suggerimento di guardare con occhio il più possibile critico e disincantato questa pellicola, ne seguirà un approccio sicuramente efficace e interessante a fatti storici e strutture di potere, non usuale. In realtà certe teorie non sono affatto nuove ma il documentario ha il pregio di supportarle in maniera molto convincente e fruibile, portando spesso documenti cartacei e multimediali. I capitoli sono tre, idealmente scissi tra loro ma di fatto concatenanti da un sottile e nemmeno troppo velato filo di potere. Nel primo la tesi da dimostrare è che Cristo (e dunque tutto ciò che ne segue) non esiste. La sua figura è mitologica e politica, plagiata da mitologie precedenti che affondano tutte la loro origine nel culto del sole e nello zodiaco. Effettivamente le motivazioni addotte sono interessanti e le coincidenze evidenti, vedere l'immagine di Cristo che come quella del sole percorre i segni dello zodiaco, riallineandosi ogni volta a causa della precessione degli equinozi è suggestivo e spiazzante. Se a questo si aggiunge il fatto curioso dell'assenza di un personaggio tanto importante dalle testimonianze di importanti storici, il quadro diviene persino scontato. Il secondo capitolo vuol dimostrare la tesi secondo cui l'attentato al WTC dell'11 settembre sia stato, di fatto, solo un falso creato ad hoc dal governo americano per avviare l'ennesima guerra. A quel punto parte l'excursus storico che mostra chiaramente come l'America ce l'abbia a vizio di inscenare o provocare incidenti internazionali per innescare guerre che le permettono di tenere in piedi la sua economia guerrafondaia. Chi c'è dietro le guerre, chi le finanzia e desidera? L'ordine politico che fa leva sulla paura per violare i diritti umani e le banche che spesso appaiono come organismi statali o parastatali ma di fatto sono esclusivamente private. E qui arriviamo al terzo capitolo, probabilmente il più spericolato del documentario ma con i suoi punti di forza e le sue grandi evidenze. La pellicola ha il pregio di semplificare all'inverosimile ciò che per molti appare troppo complicato anche solo approcciare. Magari la semplificazione è eccessiva ma la logica corretta. In fondo l'equazione da cui parte tutto è tanto semplice da apparire persino rivoluzionaria. Chi emette moneta? Le banche. E su che base? Sulla base di un interesse, piccolo a piacere ma maggiore di zero. Quindi l'emissione di moneta comporta un aumento di debito. Più moneta esce, più aumenta il debito. Non c'è nessun fattore che possa diminuire il debito, nessuno. La cosa ancor più interessante è che da un certo punto in poi le banche hanno smesso di garantire la contropartita in oro. Ergo, il valore della moneta è dato dall'emissione della moneta stessa... ovvero è stabilito sempre dalle banche. Non a caso in America a ridosso della crisi economica le banche stesse forzarono il Congresso ad emettere un provvedimento per rastrellare tutte le riserve auree del paese, obbligando tutti i cittadini a consegnare i gioielli, pena una detenzione di 10 anni. Un circolo vizioso che lascia convergere tutto il potere nelle mani di pochi e che tecnicamente annulla in toto la libertà di movimento del mercato economico globale a vantaggio del potere bancario. Le conclusioni finali e gli scenari prospettati, come detto, sono apocalittiche e probabilmente esagerate ma il ragionamento di fondo ha le sue verità. Lo consiglio decisamente, buono anche il montaggio e la colonna sonora.

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