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Silvio Forever

Regia di Roberto Faenza, Filippo Macelloni vedi scheda film

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La recensione su Silvio Forever

di gene55
6 stelle

Giuseppe Tornatore agli esordi della sua carriera mostrava un processo in cui l'accusato padroneggiava in tribunale,aveva l'ardore di dichiarare cose evidentemente false,si spacciava per pazzo,si presentava quando voleva e quando lo faceva si divertiva a provocare la pubblico-ministero donna.
Tralasciando quest'ultimo dettaglio ('..Toglietemi tutto ma non le donne...' si potrebbe udire al massimo qui) sembrano proprio i particolari di uno dei tanti processi a carico del Silvio nazionale.
Evidentemente c'è qualcosa che non quadra se pensiamo che nel primo caso parliamo di uno dei più spietati capi del terrore (Il Camorrista,appunto) e nel secondo di un 'benefattore' entrato in politica dopo aver conquistato mezza Italia,diventato poi Presidente del Consiglio e con aspirazioni,nemmeno troppo velate,blasfemo/santistische al suo attivo.
Ed ora che scrivo questo mi vien in mente un altro processo (con finale mistico e catastrofico) dove si potrebbero riscontrare analogie col punto uno...
Ma 'Il Caimano' lo commentiamo altrove..

Ieri sera 'La 7' ha trasmesso,a soli pochi mesi dall'uscita in sala e con annesso dibattito post-visione (condotto dal poco ingessato Mentana) tra l'altro,il documentario 'Silvio Forever',in cui si mostra l'ascesa di uno sciuscià milanese,dalla famiglia tutt'altro che benestante,che col passare degli anni mieterà successi e danaro in tutti i terreni calpestati,manco avesse un patto col diavolo.
Ah già,dimenticavo,il diavolo (quello rossonero) se l'è comprato lui,altro che anima...

L'errore più grande che si potrebbe fare sarebbe quello di giudicare 'silvio Forever' con gli occhi sanguinanti e le orecchie fumanti per tutte le ca***te dette dal soggetto in questione; sarebbe dunque un giudicare Berlusconi e non un lavoro che di certo non ridicolizza il personaggio ma nemmeno lo esalta come potrebbe sembrare all'inizio.
I punti su cui approfondire,le dita nelle piaghe,i puntini sulle 'i',le pietre senza peccato,gli aghi nel pagliaio,sarebbero davvero numerosi ma non si può pretender tutto da novanta minuti scarsi di film.
La formula del racconto in prima persona (attraverso la voce imitante di Neri Marcorè) spesso funziona,rende l'egocentrismo alterato del personaggio,dilaga con furbizia nei campi minati della pazzia e del potere.
Al contario invece,la scelta di una regia silenziosa e quasi invisibile,fa passare il messaggio di una tata con la scopa il tappeto e della polvere.
Per fortuna la polvere è davvero dilagante,emerge da tutte le parti come il fango col Vajont;uno tsunami di illazioni e prese in giro che culmina con la storia delle puttane (ops,escort!) che a me ricorda tanto gli scudetti della Juve...
...Tutti sapevano che Moggi comprava arbitri e partite e tutti sapevano gli interessi spasmodicamente bizzarri verso le feste e le donne,e chissà quant'altro,del beneamato Premier.
Tutti a stupirsi,tutti a chiedersi e a togliere scudetti,ma il punto non è condannare questo (per me una volta fatto il proprio dovere,potrebbe anche bungabungarsi il mondo...) ma innanzitutto non permettergli di fare così male il proprio dovere e poi far luce a tutti i costi (...il lapsus freudiano sui giuduci è uno scacco matto divino...) sulle malefatte combinate in venti e passa anni di amministrazioni varie.
Il timore però,è che non vedremo mai questo,che non ci saranno paralleli oltre che col processo,anche col finale de 'Il Camorrista',dove due muri stretti e un corridio delimitavano o forse accentuavano la follia di un uomo.
E forse si,qui Moretti è stato un pò più realista: finzione per finzione il suo personaggio vincente denota una dose più massiccia di verità,una vicinanza più credibile...
Chissà se a lui,che ha dimostrato spesso l'importanza delle parole,'Silvio Forever' arriverà più come domanda perentoria e beffarda o sottoforma di struggente affermazione...

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