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L'industriale

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'industriale

di axe
6 stelle

Nicola Ranieri è il proprietario di una piccola industria meccanica, ricevuta in eredità dal padre. I suoi sforzi sono tesi ad un rilancio dell'azienda, da ottenere mediante una joint-venture con imprenditori tedeschi. Improvvisamente, la banca gli taglia il finanziamento, aprendo la strada al fallimento della società. Nicola rifiuta categoricamente di portare i libri in tribunale, sprona il suo rappresentante presso i tedeschi a far di più, tranquillizza ed incoraggia le maestranze, spaventate dall'idea di perdere il lavoro in un periodo di crisi economica. Rifiuta testardamente ogni aiuto, compresi quelli che possono essere offerti dalla famiglia della moglie, Laura, architetto. Inevitabilmente, il rapporto di coppia risente dello stress di Nicola, il quale matura un'ossessione a causa del sempre maggiore distacco della donna. In qualche modo, infine, Nicola riesce a risollevare le sorti dell'azienda e, contemporaneamente, quelle della sua vita. Ma a quale prezzo ? Film drammatico di Giuliano Montaldo, intreccia due vicende di crisi, trattandole con realismo, ed ipotizzando un epilogo certamente più "romanzato". La prima è una crisi lavorativa. Ciò, per l'imprenditore Nicola, è sinonimo di gravi difficoltà nella gestione di un'azienda. E' sufficiente un periodo d'incertezza, per gli "squali della finanza", quali sono descritti i bancari in questo film, a decretare un fallimento. Reso edotto di ciò, il mondo intorno al protagonista crolla. Nell'elitario circolo delle sue conoscenze le voci corrono; montano insofferenza e sfiducia. Le stesse voci giungono ai lavoratori, i quali reagiscono con comprensibile nervosismo. Nicola potrebbe uscire dall'impasse svendendo l'azienda - a danno della stessa - o cedendo ai molti che si rendono disponibili per un aiuto, naturalmente interessato, economicamente (una finanziaria posizionata nella "scala della legalità" un gradino sopra gli strozzini) o moralmente (la suocera del protagonista, imprenditrice vitivinicola, priva di fiducia, al contrario di Laura, verso il genero e pertanto in attesa di un'occasione per umiliarlo). Ma rifiuta; per caparbietà, orgoglio e reverenza per i sacrifici paterni. La situazione precipita, finchè, inaspettatamente, l'azienda trova un acquirente che rileva le quote ad una cifra dignitosa. Fine dell'incubo ... o inizio di un qualcosa di peggio ? La risposta è legata all'evoluzione della vicenda sentimentale di Nicola. L'impegno e lo stress non fanno bene ad una vita coniugale resa complicata dai molti impegni della coppia. Laura è una professionista sempre piena d'impegni; è costretta a prendere appuntamento con il marito per poter passare qualche momento di tranquillità od intimità con lui. Percepisce questo disagio Gabriel, un garagista rumeno con notevoli doti artistiche; egli s'innamora di Laura e la corteggia timidamente. Laura, pur amando e rispettando il marito, si trova in enorme difficoltà in compagnia di Nicola, poichè egli è sempre più silenzioso e riservato. I tarli dell'incomprensione, della sfiducia e, infine, della gelosia, s'insinuano tra loro. Nicola soffre per il progressivo allontanamento, iniziando a temere un tradimento; queste paure, trovano, a sua opinione, conferma, nel momento in cui scopre il corteggiamento messo in atto dal garagista. La reazione è sproporzionata; Nicola non tratta Gabriel come un rivale in amore. Lo umilia, fa pesare il suo censo, il suo stato di "ottimato". Il giovane straniero non è disposto a lasciarsi maltrattare, ne' fisicamente, ne' moralmente, ed oppone una dignitosa resistenza. Ne nasce una colluttazione; Nicola uccide Gabriel, senza volerlo ma senza assumersene la responsabilità. La sorte gli presenta comunque il conto, poichè Laura lo scopre e lo inchioda alla sua colpa, dandogli modo di comprendere a cosa lo abbiano portato superbia, testardaggine, ossessioni sempre più incontrollate. Il protagonista ne esce distrutto, non tanto come imprenditore, quanto come uomo. Il ruolo di Nicola Ranieri appartiene a Pierfrancesco Favino. Giuliano Montaldo sfrutta il versatile attore per caratterizzare con originalità un uomo dai molti contrasti, la cui figura ispira un'iniziale simpatia destinata a sfumare man mano che nel personaggio monta l'irrazionalità. Laura (Carolina Crescentini) è il suo opposto; paziente, benchè fragile, razionale, modesta; sa qual è la cosa giusta da fare. Non a caso, pur essendo di famiglia facoltosa, e beneficiando del relativo censo, non è persona d'affari. L'intera classe sociale imprenditoriale è oggetto di critica da parte del regista. Autoreferenziale, avida, ipocrita, formata da personaggi in perenne competizione, nonostante le buone maniere e le reciproche cortesie. Non è casuale la scelta di utilizzare tonalità cromatiche prossime alla scala di grigi; ben rappresentano la deriva di un sistema incapace d'essere al passo con i tempi e prossimo ad un crollo in grado di provocare ulteriori disastri sociali. Un film duro, proprio perchè in larga parte verosimile, nel raccontare la decadenza di una intera classe sociale ed i riflessi nefasti sulle condizioni di un singolo appartenente ad essa.

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