Regia di David Yates vedi scheda film
E si arriva all'epilogo. Rattrista, perché sono passati 11 anni e fa strano pensare che f non assisteremo più alle avventure di Harry Potter. Ora quello che ci vuole è un gran finale, un trionfo, un tripudio.
Almeno in parte ci siamo.
La seconda parte dei "Doni della morte" non è migliore della prima per un semplice motivo: è discontinua. Alterna scene di grandissimo impatto, cariche d'emozione o azione ad altre più banali, semplici o, per dirla tutta, "normali". Appare tutto non come te lo aspetti. Perfino i cattivi (Voldemort, Bellatrix, i Malfoy, tutta la compagnia) non sono cattivi come li vorresti vedere ma appaiono come un branco di esaltati cazzoni che ridono per un nonnulla.
Ma poi c'è il trionfo. Perché se dal punto di vista cinematografico è così, il suo valore è indiscusso. Stiamo parlando dell'ultimo film della saga di Harry Potter, dell'ultima storia, dell'ultima avventura di un personaggio che per una decade ci è stato familiare, l'abbiamo sentito quasi come un amico. Per chi ama la saga il mondo che la Rowling ha creato è veramente una festa, una festa d'addio, ma pur sempre di festa si tratta. Si ride, si applaude al bacio fra Ron ed Hermione (in una scena azzeccatissima), ci si rattrista per chi se ne va, si sorride volentieri al finale.
Non è il più bel film della saga di Harry Potter ma probabilmente è il più coinvolgente. E per i nostalgici non resta altro che sedersi in poltrona e riniziare la saga tutta daccapo. Per poter sognare ancora un altro pò.
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