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Last Night

Regia di Massy Tadjedin vedi scheda film

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marco padula

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La recensione su Last Night

di marco padula
8 stelle

Last night. Un titolo evocativo, che si può tradurre indifferentemente con “l’ultima notte” o “la scorsa notte”.

Preferiamo il primo significato, in quanto indicativo di un arco temporale (per l’appunto una notte) durante il quale due giovani coniugi hanno modo di comprendere alcune verità essenziali sulla natura della loro relazione.

“Ultima notte” intesa quindi come spartiacque, come punto di non-ritorno tra la consapevolezza del “prima” e la consapevolezza del “dopo”.

La giovane regista iraniana Massy Tadjedin fa un esordio apprezzabile nel genere del melodramma sentimentale “americano”.

Last night è impropriamente assimilato al genere comedy. Niente di più sbagliato: della commedia non ha la tipica atmosfera spensierata, leggera e trasognante.

Last night è un dramma.

Il dramma di una giovane coppia che vive a New York, dove lui è un aitante funzionario d’azienda e lei è una deliziosa writer non molto convinta delle proprie capacità creative.

Lei, una Keira Knightley rarefatta, eterea, emaciata, ma bella e intelligente, che si esprime plasticamente con il linguaggio del corpo, è la protagonista della storia.

Gelosia & tradimento sono i temi trattati nella narrazione, che vede la moglie cadere in paranoia per l’attrazione che sembra legare il marito ad una sua avvenente collega di lavoro. Una donna certe sfumature le coglie al volo.

Ma il destino è beffardo, crudele e imprevedibile: proprio nel momento in cui lei dubita della fedeltà del coniuge che va in trasferta con la collega, viene rintracciata e fermata da una sua vecchia fiamma, il suo ex fidanzato, il quale, senza troppi giri di parole, la invita a passare insieme la serata.

Cos’è il matrimonio?

La Tadjedin sembra avere la risposta pronta: una convenzione sociale, un contratto all’interno del quale due individui perdono, proprio a causa delle regole su cui esso si basa (tra cui l’obbligo di reciproca fedeltà), la loro libertà sessuale e sentimentale.

Sei sposato e quindi sei combattuto dalla indecisione di accettare o rifiutare le avances piuttosto esplicite di una collega  sexy e provocante.

Sei sposata e quindi non sai cosa fare se un bel giorno, come un fulmine a ciel sereno, ti si presenta davanti, con un sorriso smagliante, un bell’uomo col quale hai condiviso in passato sensazioni, impressioni, viaggi, sentimenti e coinvolgimenti emotivi i più vari.

Sei sposato e, se tradisci tua moglie, allora sei un escremento, un fedifrago, un verme, i sensi di colpa ti divorano anima e corpo, ti fanno star male, ti attanagliano come una morsa soffocante.

Sei sposata e, se tradisci tuo marito, sei una poco di buono, una donnaccia, una vigliacca e non avrai più il coraggio di guardarti allo specchio.

Ma, come ben si sa, le tentazioni sono forti e quasi sempre irresistibili.

Il marito, tra mille dubbi, perplessità e sensi di colpa, alla fine, arriva a cedere alle lusinghe della collega seduttrice, andandoci a letto insieme.

La moglie, ci arriva molto vicino, ma si frena all’ultimo istante: si abbandona alle languide carezze ed ai baci appassionati dell’ex fidanzato, senza però giungere all’atto sessuale completo. Sono sposata, non è giusto, non posso. Lo vorrei tantissimo, ma non posso. Poco importa che i due non abbiano fatto l’amore in maniera completa: la fiamma è tornata a bruciare e fa male, scotta. L’incendio dell’anima ormai è divampato.

Quella notte fatidica servirà a far scoprire a lui d’essere innamorato effettivamente solo della moglie e a fargli capire che quella nei confronti della procace collega era solo una mera attrazione fisica.

E servirà a lei per farle scoprire di non aver mai amato realmente il marito di cui era gelosa, ma di ansimare e respirare ancora e solo per il suo ex.

Le lacrime scendono silenziose, in una lenta girandola di rimpianti soffocati e malcelati. Occasioni perdute: treni persi che mai più passeranno. Felicità negate. Futuri impossibili, recisi sul nascere da scelte sbagliate e poco ponderate. Perché, quando non si ascolta in tempo la voce del cuore, tutto va irrimediabilmente perduto. Per sempre. Perché un paio di scarpe sexy dal tacco vertiginoso buttate distrattamente sul parquet, dopo una serata poco ortodossa per la morale comune, può far spalancare gli occhi sulla realtà e far crollare di colpo mille certezze.

Altro che commedia: chi vuole sorridere vada a vedere un altro film.

In questa pellicola si piange, ci si commuove  e si riflette sugli arabeschi del destino che troppo spesso negano impietosamente la felicità.

Perché siamo scontenti di ciò che abbiamo. Perché non ci basta ciò che possediamo. Perché tendiamo a disprezzare le persone da cui siamo circondati e da cui siamo amati. Perché abbiamo il vizio di tingere la nostra vita più nera di quanto non sia, quando invece, altri, meno fortunati di noi, magari ce la invidiano e sarebbero disposti a pagare pur di poterla vivere al nostro posto.

Un film che analizza con occhio arguto le dinamiche variegate all’interno di una coppia nella quale chiunque può riconoscersi ed immedesimarsi.

Tadjedin: un talento promettente, con la speranza che produca futuri lavori altrettanto interessanti.

Su Massy Tadjedin

Sceneggiatrice del film  The Jacket, 2003

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