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13 assassini

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su 13 assassini

di AndreaVenuti
8 stelle

13 Assasini è un film Giapponese del 2012 diretto dall'eclettico e sempre attivo Takashi Miike, remake dell'omonimo film del 1963 di Elichi Kudo; l'opera di Miike è stata presentata nella selezione ufficiale alla 67° Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Se il film fosse  analizzato superficialmente, potremmo tranquillamente affermare che Miike ha optato per uno stile classico, rappresentando su schermo un tipico Jidaigeki dove il senso del dovere, fedeltà al proprio signore e culto della spada intesa come anima dei samurai sono valori imprescidibili e quindi presenti nel film, tuttavia Miike pur lavorando su un prodotto prestabilito (remake) inserisce elementi tipici del porprio stile sia a livello registico sia contenutistico.

L'aspetto che contraddistingue Miike è senza ombra di dubbio  la rappresentazione brutale, a tratti oltraggiosa, della violenza, il tutto con uno stile molto realistico; una violenza estrema ma non spettacalore anzì spesso accompagnata da un profondo senso di dolore, esemplare il bellissimo  scontro finale (girato divinamente) tra Shimada Shinzaemon ed Hanbei,  quindi  ritroviamo una violenza per nulla gratuita e assolutamente non spettacolare (diversa ad esempio dallo stile hongkonghese).

Oltre ad elementi  tecnici che rimandano allo stile di Miike anche i personaggi sono molto vicini alla poetica dell'autore; i protagonisti  non sono i classici eroi senza macchina, molti di loro sono dei cavallieri erranti, disposti a tutto pur di riscattarsi o ancora samurai consapevoli  che la spada deve essere accompagnata a stratagemmi più elaborati come l'esplosivo quindi soggetti che incominciano a mettere in dubbio il classico "codice dei samurai" o per finire "uomini" emarginati dal contesto sociale (qui mi riferisco al 13 assassino: kiga koyata il quale riserverà una bella sorpresa allo spettatore).

13 Assassini è un film che conferma ancora una volta il talento tecnico e visivo del regista, in grado di costruire l'azione atraverso i movimenti di macchina e non tramite un montaggio serrato e dinamico (a tal proposito ci sono 2/3   carrelli uniti ad un  campo medio maestosi,  utili per aumentare ritmo e suspance, sono scene di  conversazione poichè come Tarantino insegna molte volte la parola è più dinamica dell'azione) un autore che parte dal genere ma dal genere muta.........

voto: 8

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