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La solitudine dei numeri primi

Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film

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La recensione su La solitudine dei numeri primi

di GIANNISV66
7 stelle

Film estremamente interessante questo, tratto dal romanzo di Paolo Giordano e diretto da Saverio Costanzo. Un affresco sull'incomunicabilità e la solitudine attraverso la vicenda di due personaggi le cui vite corrono come binari paralleli, binari che ogni tanto si storcono nel vano tentativo di incrociarsi ma che ogni volta tornano a correre sulla linea diritta che gli è propria. Esattamente come i numeri primi del titolo, divisibili solo per se stessi e per 1, a volte vicinissimi (come l'11 ed il 13) ma sempre con qualcosa che li separa.

Il riferimento alla matematica lascia anche lo spazio a qualche altra interpretazione: la matematica come scienza esatta e quindi scienza della solitudine, non vi sono spazi per digressioni, non vi è alternativa alla precisione comunicata dai numeri. Tutto l'opposto degli altri campi del sapere (la letteratura, la storia, la filosofia) dove la discussione è sempre ammessa, e non per niente vengono definite "scienze umanistiche".

I protagonisti Mattia e Alice, segnati profondamente da traumi infantili, accolgono gli eventi della loro vita con l'ineluttabilità con cui si accoglie il risultato di un'equazione, attraversando la vita accompagnati dalla loro straziata fisicità.

Un film tutt'altro che facile, l'argomento è spinoso e talvolta la lentezza dello svolgimento appare un limite, eppure un film profondo, di quelli che si fanno apprezzare con il tempo, di quelli che ti portano a fare domande e a discuterne con gli altri.

Il regista tende a sottolieneare la drammaticità della storia infarcendola qui e là con pennellate horror e notevolissima appare l'interpretazione, sia pur di pochi minuti, di Filippo Timi nelle vesti di un clown, una breve apparizione che pure diventa uno dei momenti (se non il momento) centrali del film.

Come detto sopra la vicenda si snoda con una certa lentezza che può non deporre a favora di una visione facilitata eppure tale scelta appare congrua con la volontà di Costanzo di rendere il malessere che attanaglia i due protagonisti.

Finale che può apparire consolatorio, eppure in quel contatto a lungo atteso, sul luogo di uno dei momenti più tremendi della vicenda, si intravede quella luce che il resto della pellicola tende a rintuzzare. E in questo senso non pare affatto fuori luogo.

La trama

"E’ tempo che te la vedi con la vita, è tempo che tu interrompa questo binario che ti ha condotto fino a qui, questo binario che hai percorso con gli occhi chiusi e le orecchie tappate".

"Sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che uno possa costruirsi"

"Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante"

(frasi tratte dal libro omonimo di Paolo Giordano)

 

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