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Una sconfinata giovinezza

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Una sconfinata giovinezza

di Carlo Ceruti
6 stelle

Riuscito a metà.

Le cose migliori del film sono le interpretazioni dei due attori principali. Bentivoglio è fantastico per l'intensità con cui mostra il decorso della malattia e il suo graduale ritorno all'infanzia e la Neri non gli è da meno. Incerta sembra invece la sceneggiatura di Avati. Inizia come dramma sulla terribile malattia di Alzheimer, poi si concentra sul punto di vista della Neri e sulla sua tenacia nel voler comunicare col marito a tutti costi e nel voler stargli vicino, perché in lui vede il figlio che non ha mai avuto. Infine, cambia registro e si concentra sul punto di vista di Bentivoglio, sul suo ritorno mentale all'infanzia spensierata e felice, fino alla sua totale estraniazione dal triste mondo civile. Nel complesso, quindi, appare un po' irrisolto e riuscito solo in parte.

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