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Solitary Man

Regia di Brian Koppelman, David Levien vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Solitary Man

di Paul Hackett
6 stelle

La crisi di mezza (vabbe'... facciamo terza) età di Ben, tycoon delle auto usate finito in rovina, e i suoi patetici tentativi di "ingannare la morte scopandosi tutte le diciannovenni che gli capitano a tiro": "Solitary Man è una finta commedia (nel senso che non fa ridere) che nasconde in realtà un dramma sull'amarezza di invecchiare, l'angoscia di diventare progressivamente "invisibili" e la tragedia di prendere tardiva coscienza del proprio fallimento esistenziale. Michael Douglas ci mette l'anima ed a tratti risulta davvero toccante nella sua struggente caratterizzazione di un uomo alla deriva, ma il film di Brian Koppelman (anche autore dello script) offre davvero poco in termini di sceneggiatura (poco più di un canovaccio), cercando di compensare la sostanziale assenza di idee con interminabili dialoghi (a tratti sproloquianti alla Quentin Tarantino) e lasciando briglia sciolta al protagonista e agli eccellenti comprimari (con il rimpianto che nomi come Susan Sarandon e Danny De Vito potevano essere sfruttati decisamente meglio). Nell'insieme tre stelle, anche abbastanza risicate.

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