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L'albero

Regia di Julie Bertuccelli vedi scheda film

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La recensione su L'albero

di supadany
6 stelle

Interessante coproduzione franco-australiana (ed infatti l’ambientazione in Australia all’inizio mi ha felicemente spiazzato) che non perde tempo ad entrare nel vivo della vicenda che si caratterizza, e fa apprezzare, soprattutto per diversi momenti di varia intimità (a volte dolorosa, a volte felice e sorprendente, spesso improvvisa) che lasciano schegge di presenza in grado di varcare i confini rigidi delle sensazioni personali.

Quando Peter muore, Dawn (Charlotte Gainsbourg) si sente letteralmente travolta dall’evento e fatica a ritrovare la via dell’armonia assieme ai suoi quattro figli.

E la figlia Simon sente che l’anima del padre si cela adesso nell’albero da sempre situato a fianco della loro casa, trovandovi quindi consolazione e felicità, tanto da svelare alla madre questa sua convinzione.

Nel frattempo Dawn s’invaghisce del suo nuovo datore di lavoro, visto da Simon come un pericolo per lei ed il suo amato albero.

Julie Bertuccelli lavora in maniera egregia sulla sfera delle percezioni e sa sfruttare al meglio la natura, che in Australia sa essere a volte terribile, ma anche incredibilmente possente ed ammaliante.

Questo non solo per il gigante albero che diventa entità superiore e riparo sicuro da proteggere, ma anche per l’uragano che verso la fine diviene sorta di spartiacque tra passato e presente (futuro), senza dimenticare alcune riprese a campo aperto ed un mare che pare quasi incontaminato tanto da appartenere ad un altro mondo.

Per il resto la storia si appoggia su diverse convenzioni proprie del dramma che segue una morte inaspettata e troppo vicina per essere superata velocemente, comprensive di desiderio e necessità di trovare un (nuovo) affetto maturo al proprio fianco, ma tutto sommato i fatti vengono trattati con un pregevole tatto proprio della sensibilità che deriva dalla migliore tradizione del cinema francese.

Certo è che alcuni riempitivi secondari non riescono sempre ad essere all’altezza del “cuore” di questo lavoro, ma il connubio tra spirito australiano e percezione francese regala diverse sorprese spesso particolari e naturalmente, cioè senza artifici, piacevoli.

Discreto.

Su Julie Bertucelli

A tratti pare essere letteralmente illuminata, altre volte si perde (anche sul più bello).
Nel complesso regia interessante.

Su Charlotte Gainsbourg

Anima e corpo di tutto il film.
Difficile pensare ad una protagonista migliore nella sua parte.
Pilastro.

Su Marton Csokas

Volto ed atteggiamenti giusti per il suo ruolo.
Discreto.

Su Aden Young

Sufficiente.

Su Morgana Davies

Nel film il suo personaggio ha un peso rilevante e lo valorizza piuttosto bene.
Brava.

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