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Basilicata Coast to Coast

Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film

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La recensione su Basilicata Coast to Coast

di mc 5
6 stelle

Conoscete il significato dell'aggettivo "piacione"? Io ho conosciuto questo termine a proposito di un politico italiano cui venne attribuito con tale frequenza e intensità da divernirne quasi l'emblema. (Sul politico in questione, peraltro noto voltagabbana, stendiamo un pietoso velo). Ho usato quella parola perchè ritengo si addica a questo esordio alla regìa del buon vecchio Rocco Papaleo. Dico "vecchio" perchè il suo volto d'attore è notissimo e il suo talento consumato lo conosciamo assai bene, come pure quel suo consolidato stile di personaggio perennemente stralunato. Probabilmente Papaleo sta simpatico a tutti gli addetti ai lavori, visto che il suo film ha riscosso l'unanime simpatia di tutta la critica. Ho letto infatti tante recensioni e non ho colto nemmeno l'ombra di una nota critica, tutti che sembrano salutare un amico, anzichè recensire l'opera (prima) di un regista. Un film dove tutti i personaggi, non importa se positivi o spigolosi, candidi o sbruffoni, tutti paiono scritti per suscitare simpatia e consenso nel pubblico. (Allora, vedete che è un film "piacione"?). Io ho finora evocato il plebiscito dei critici, ma non ho ancora inquadrato la reazione del pubblico, che è stata generosissima. Il film è uscito in un numero di sale relativamente basso, ma, dopo una settimana dall'uscita, si è compiuto un piccolo miracolo. E' singolare infatti assistere ad una pellicola che, dopo sette giorni, vede quasi raddoppiare le copie in circolazione. Sarà anche dovuto alla potenza di fuoco della potentissima "Eagle", ma sta di fatto che un film uscito alla chetichella dopo una settimana lo troviamo in quasi tutte le multisale. A questo si aggiunga la singolare circostanza (è il primo caso, che io sappia) che esce un prodotto italiano targato "Eagle" (potente major multinazionale): ditemi voi, onestamente, se la prima volta che avete sentito parlare di questo film, non avreste anche voi scommesso che sarebbe provenuto dalla factory di "Fandango" o di "Lucky Red". Era solo una riflessione, sia chiaro, che non implica alcun pensiero schizzinoso a priori. Il mio giudizio complessivo sul film è moderatamente positivo, o, se preferite, improntato ad una cauta simpatìa. A parte poi il fatto che Papaleo, nella sua immagine stralunata, un pò goffa, tra il romantico e l'imbranato, possiede risvolti in cui non faccio fatica a riconoscermi, e dunque lo trovo umanamente simpatico nonchè probabile piacevole interlocutore. Eppure, ciò detto, non posso esimermi dal riscontrare nel suo debutto registico una scarsità di sostanza e un'approssimazione di sceneggiatura per certi aspetti irritanti. Il film si poggia su una sola idea, questa trovata da parte di una manciata di amici-parenti (tutti musicisti) di attraversare a piedi la Basilicata dal Tirreno allo Jonio, con obbiettivo finale la partecipazione ad un festival musicale nella città di Scanzano Jonico. Data l'ossatura del progetto, chiaro che caschiamo in pieno nella classica tipologia del "Road movie", coniugato alle vicende picaresche che poggiano su amicizie virili. Ma il punto dolente è proprio qui. I sentimenti e le motivazioni che muovono questi "artisti" paiono scritti con qualche difficoltà, dando vita a personaggi che sono o abbozzati secondo stereotipi oppure tratteggiati con definizioni troppo deboli. Chiaro che gli attori mostrano tra loro una buona alchimìa; e vorrei anche vedere, dato che li suppongo amici e compagnoni anche nella realtà, ma proprio questo dà quasi l'impressione di un "filmino delle vacanze" anzichè di una sostanziosa opera prima. Ecco dunque che si verifica uno strano corto circuito: un film apparentemente di poche pretese che, tra ottimi incassi e lodi dei critici, sta rischiando di diventare "una cosa seria", nonostante esso non indichi nessuna direzione alternativa ad un cinema italiano malato di "Vanzinismo" e di "Veronesismo". Come accennavo, si intuisce anche dalla recitazione naturale, quasi ai limiti dell'improvvisazione, l'affiatamento degli attori che suppongo si siano parecchio divertiti sul set. Vediamoli nel dettaglio. Di Rocco Papaleo ho già detto; posso solo aggiungere che, siccome mi pare attore per nulla vanitoso e persona per bene, gli auguro di cuore un futuro pieno di soddisfazioni. Paolo Briguglia di solito è attore piuttosto fine, ma qui è penalizzato da un ruolo quasi imbarazzante nella sua vaghezza. Max Gazzè, lo sappiamo, non è un attore, eppure, avendolo visto in numerosi suoi concerti ed avendoci una volta anche chiacchierato assieme, devo dire che nella sua personalità c'è un aspetto evidente che unisce esibizionismo, teatralità e un brillante senso del grottesco. Giovanna Mezzogiorno è qui in una versione del tutto inedita, quasi selvaggia, anarchica, percorsa da lampi di follia. Alessandro Gassman....beh, è un portento. Sempre più bravo, sia che affronti ruoli brillanti sia drammatici. Decisamente (ma se ne stanno accorgendo in parecchi) sulle orme del padre: probabilmente uguagliare il grande Vittorio è pura utopia, ma Alessandro, sul piano della versatilità istrionica, è felicemente incamminato proprio su quella strada. Vedete che ho magnificato le glorie di tutto il cast? Non potevo fare altro: sono uno più bravo dell'altro. Peccato solo che tanto talento sia quasi neutralizzato da una sceneggiatura davvero scarsa. Il film infatti procede per accumulo di gag e situazioni di cui alcune discrete, ma per lo più deboli e molto esili. Sì, certe trovate sono carine, tipo l'omaggio tributato a Carlo Levi e Gian Maria Volontè, ma è troppo poco. Segnalazione a parte per Claudia Potenza, nel ruolo di una "promessa sposa" inseguita da un fratello manesco; attrice giovane che si segnala soprattutto per la sua incredibile bellezza, una "bella mora del sud" che spezzerà il cuore a molti dei maschietti che vedranno il film. Una nota decisamente positiva è quella che attiene al commento musicale, curato da un nome illustre, quello della rinomata jazzista Rita Marcotulli. A lei poi va aggiunto un altro nome importante: in veste di produttore musicale dell'opera appare Pasquale Minieri, un personaggio che ha attraversato a vario titolo gli ultimi decenni della scena musicale nazionale, ma che va soprattutto ricordato per esser stato tra i fondatori, in anni lontanissimi, del seminale gruppo combat-folk "Canzoniere Del Lazio". Concludendo. Non ho detto (e nemmeno lo penso) che sia un brutto film. E d'altra parte se migliaia di persone lo stanno premiando, un motivo ci sarà. Il discorso, per quanto mi riguarda, è un altro. Io, quando vado al cinema a vedere un film italiano, mi aspetto qualcosa che non sia una semplice "scampagnata". Non so se mi sono spiegato.
Voto: 6 e 1/2

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