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Bleeder

Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film

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La recensione su Bleeder

di leporello
6 stelle

Refn riprende in mano gli stessi attori protagonisti del suo riuscitissimo “Pusher” realizzato tre anni prima. Insieme agli altri, ce li presenta tutti in fila nell’incipit, mentre camminano, piedi e testa per ciascuno di loro, per ciascuno di loro una musica diversa in sottofondo (ne deriva un curioso effetto di juke-box impazzito), ma per tutti la stessa iniziale del nome: Lenny, Leo, Louis, Louise e Lea. Peccato che poi, dopo che uno si era ingegnato a notare la coincidenza, questa non trovi poi nessuna spiegazione nel film, e quindi si limiti ad essere o a sembrare una scelta casuale o semplicemente distratta. Con loro anche Kitjo, impersonato da Zlatko Buric anche lui redivivo da “Pusher”, escluso però dalla passerella iniziale, forse perché il suo nome non inizia per “L”…
Questo secondo film di Refn è decisamente inferiore al primo, la tensione emotiva che in “Pusher” è alta per tutto il film, in “Bleeder” la si ritrova solo in due o tre scene molto forti, che peraltro sono in grado di dare una notevole scossa adrenalinica forse proprio perché inserite in un contesto più piatto e “pacato”. Ma la violenza, interiore ed esteriore, che per Refn pare essere il filo conduttore della sua produzione, è sempre dietro l’angolo pronta ad esplodere improvvisa e nelle forme più abiette (come quella di iniettare nella vittima di turno del sangue infetto dal virus dell’HIV), e in questo, certamente, il regista danese sa come soddisfare le aspettative.
Un film che è anche una grande attestazione d’amore per il cinema: Lenny (Madds Mikkelsen, attore feticcio di Refn) e Kitjo gestiscono una videoteca fornitissima e super ordinata (curioso come solo dieci anni fa tutto il cinema del mondo era registrato su videocassetta…), dentro la quale Refn ci catapulta, subito dopo i titoli di testa, con una sequenza velocizzata in stile montagne russe, quasi una “addiction”, e nella scena successiva, Lenny sciorina ad un cliente che era lì solo per noleggiare un porno una sequela di nomi di registi da capogiro… Ma amore anche per la letteratura, trovando spazio nel film una scena molto poetica (e molto poco Refniana) in cui Lea si perde, a mo’ di Alice nel paese che sappiamo, in una libreria stracolma e straordinariamente gonfia di libri di ogni sorta, accatastati in ogni angolo e in ogni forma.
Girato in gran parte nell’appartamento più piccolo e più stretto del mondo, quello dove vivono Leo (Kim Bodnia) e Louise (Rikke Louise Andersson) in problematica attesa di un figlio, anche questo Bleeder è un film di disagi, di tormenti, di difficoltà a trovare un ritmo di vita che sia quello giusto per sé e per gli altri.

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