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Meditation on Violence

Regia di Maya Deren vedi scheda film

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La recensione su Meditation on Violence

di OGM
8 stelle

Questo cortometraggio, dall'asciutta intensità scenica, propone il movimento come ritmo del pensiero, che la fisicità rende visibile attraverso gli spostamenti d'aria (la cintura svolazzante, i fendenti della spada) e le variazioni di luce (il gioco d'ombre sulle pareti). La telecamera rimane, perlopiù, ferma e distante, perché il soggetto della ripresa non è l'uomo, bensì lo spazio vuoto con i suoi connotati, ossia i cambiamenti che in esso vengono prodotti da una presenza animata. La danza traccia intorno a sé molteplici contorni, e in questo modo fa esistere le forme; e poco importa l'ordine in cui quelle linee sono state disegnate. Ciò spiega la perfetta reversibilità del tempo (la pellicola, in questo film, gira anche al contrario): un cerchio è sempre un cerchio, sia che lo si percorra in senso orario o antiorario, ed i diversi modi di descriverlo sono solo tante interpretazioni equivalenti della medesima rotondità. Lo spazio dunque, e non il tempo, è il criterio generale a cui si deve rapportare la realtà della storia umana, anche quella della vita interiore, che le scienze orientali collegano, difatti, alla fisiologia e alla dinamicità del corpo.
[Grazie a Carlos Brigante e a Kotrab per le preziose segnalazioni e le loro recensioni delle opere di Maya Deren]

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