Regia di James Ivory vedi scheda film
Una volta James Ivory era un grande regista, ma da diverso tempo sembra rivolgersi al pubblico delle signore bene, che si recano al cinema in gruppo nel pomeriggio. Sono contente quando vedono volti noti di grandi attori, come fossero oggetti di décor da affiancare in un’ideale vetrinetta alle porcellane, ai cibi e vini pregiati e ai vestiti di classe, che immancabili punteggiano queste pellicole, magari con giusto un pizzico di eccentricità o di esotismo. Così la Gainsbourg fa la svanita, Hopkins è gay e il suo compagno è un giapponese in Sudamerica, l’altrove ottimo Hiroyuki Sanada con poca fortuna nei ruoli occidentali. Della storia di Omar, ricercatore sulle tracce della verità familiare di uno scrittore scomparso, finisce per non importare niente a nessuno, e del resto gli interessi di Omar si fanno presto convenzionali quando si invaghisce della più giovane compagna del proprio soggetto di studio. L’amica pettegola del fratello del defunto commenta il tutto come un coro sarcastico, ma non va oltre le piccole peculiarità da gossip borghese. Quella sera dorata, diversamente dal romanzo d’origine, è la versione patinata e “acculturata” dei film Tv da Rosamunde Pilcher, programmati all’ora del té e dei biscottini.
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